Elefanti e ippopotami a passeggio per Roma. E anche rinoceronti e iene, non nella Savana ma nella Città Eterna, dove vivevano anche nell’area dell’attuale quartiere di Tor di Quinto, circa 500mila anni fa. Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Plos One da ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, e dell’Istituto di Geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha infatti permesso di ridefinire la comparsa dell’ippopotamo comune Hippopotamus amphibius nella Capitale grazie ad analisi condotte su un cranio rinvenuto durante la prima metà del Novecento. “L’approccio multidisciplinare applicato allo studio del cranio fossile di ippopotamo – spiega Beniamino Mecozzi della Sapienza – è stato fondamentale per ottenere preziose informazioni in merito all’età del reperto e alla sua classificazione tassonomica”.
UN TESCHIO DI IPPOPOTAMO RITROVATO SULLA VIA FLAMINIA
“I risultati permettono di attribuire il cranio alla specie Hippopotamus amphibius e di affermare con certezza che il reperto è stato rinvenuto presso una cava, denominata Montanari, operante lungo la via Flaminia, oggi non più esistente. Integrando i dati geologici, sedimentologici e cartografici, abbiamo potuto stimare l’età del reperto”. Gli studiosi ricordano che la diffusione dell’ippopotamo comune in Europa è intimamente legata ai cambiamenti climatici e ambientali avvenuti negli ultimi 800 mila anni, in particolare durante la cosiddetta Early–Middle Pleistocene Transition (Transizione Pleistocene Inferiore-Pleistocene Medio), periodo in cui si registra l’estinzione di molte specie vissute durante il Quaternario nonché la comparsa di forme moderne, come cervi, cinghiali, daini e lupi. (Adnkronos)
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