Non più solo granchio blu, ora è arrivato anche quello rosa. Conosciuto con il nome scientifico di Charybdis o come “granchio crocifisso”, un crostaceo di questa specie è stato pescato in questi giorni a Senigallia. Si tratta del primo esemplare in Adriatico, dopo qualche cattura segnalata nel Tirreno. Anche in questo caso è una specie che vive per lo più in acque tropicali e che potrebbe essere arrivata nella zavorra di una nave. Viene pescato in India e Vietnam, ricorda Fedagripesca, vive sia su fondali fangosi che sabbiosi delle acque costiere e, secondo gli studi effettuati, sarebbe in grado di adattarsi anche a quelle più fredde.
GRANCHI BLU PROBLEMATICI ANCHE PER GLI AGRICOLTORI
Ma per ora sarebbe una rarità. Invece gli ormai comunissimi “cugini” blu risalgono i canali di acqua dolce e rendono complicata la vita non più solo ai pescatori, distruggendo i loro allevamenti di molluschi, ma anche agli agricoltori. A Goro il sistema idrico di alcuni produttori è andato in tilt per la presenza di granchi blu nell’impianto di irrigazione che pesca l’acqua dal Po in zone che si trovano a 40 chilometri dal mare. Non sembrano arrestarsi le loro scorribande che continuano a proliferare trovando vita ancora più facile non solo con le temperature ancora molto elevate, ma anche con il fermo pesca.
IL FERMO PESCA RISCHIA DI ESSERE VANO
I pescatori hanno infatti sospeso le loro attività come tradizionalmente avviene, per tutelare i piccoli delle diverse specie in una fase delicata di riproduzione. “Sacrifici che – spiega Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca-Confcooperative – rischiano di essere vanificati visto che il granchio ha continuato a fare razzie”. Cosa sia rimasto della fauna ittica nei fondali non si sa, per questo Fedagripesca sollecita un monitoraggio per fotografare la situazione nelle aree dove si teme possa esserci la maggiore concentrazione di questo predatore.
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