I koala, uno degli animali simbolo dell’Australia, sono ufficialmente una specie a rischio. Il governo di Canberra scende in campo a difesa di questi marsupiali dichiarando l’emergenza nella parte orientale del Paese e riconoscendo che questi animali lottano per la loro sopravvivenza contro l’impatto di incendi, siccità e malattie. A lanciare l’allarme sono stati alcuni esperti convinti che la popolazione dei koala sia precipitata negli ultimi due decenni nelle aree est del paese, avviando la specie verso l’estinzione. Secondo una ricerca ufficiale del 2020, i koala potrebbero essere estinti nell’Australia orientale entro il 2050. Sono tre gli Stati dove questi mammiferi sono in serio pericolo, stando alla ministra per l’Ambiente, Sussan Ley. Si tratta del Nuovo Galles del Sud, il territorio della capitale australiana e il Queensland. Il koala, un’icona mondiale dell’ecosistema unico dell’Australia, è stato dichiarato “vulnerabile” sulla costa orientale solo una decina di anni fa.
INVESTITI 50 MILIONI PER IL RIPRISTINO DEGLI HABITAT
“Stiamo intraprendendo un’azione senza precedenti per proteggerli”, ha aggiunto la ministra sottolineando il recente impegno del governo – che punta a essere rieletto quest’anno – a spendere 50 milioni di dollari australiani (31 milioni di euro) per proteggere e ripristinare gli habitat degli animali nativi dell’isola. Stuart Blanch, specialista del Wwf-Australiano è convinto che il passaggio da “vulnerabili” a “in pericolo” nell’arco di un decennio, sia un “declino incredibilmente rapido”. Per l’esperto si potrà veramente evitare una estinzione se si interverrà direttamente. “La decisione di oggi è benvenuta, ma non impedirà ai koala di scivolare verso l’estinzione a meno che non sia accompagnata da leggi più forti e incentivi per i proprietari terrieri per proteggere le loro foreste”, ha chiosato. La commissione scientifica per le specie minacciate di estinzione, una agenzia governativa indipendente, ha stimato come la popolazione di koala sia passata da 185mila esemplari nel 2001 ai 92mila nel 2021.
SPECIE GIA’ A RISCHIO PRIMA DELLA STAGIONE DEGLI INCENDI
Prima dei devastanti incendi del 2019-2020, questi animali erano già a rischio per il disboscamento, la siccità, le malattie, gli incidenti con auto e gli attacchi dei cani, ha affermato Josey Sharrad, funzionario del Fondo internazionale per il benessere degli animali. “Non avremmo mai dovuto permettere che le cose arrivassero al punto in cui siamo, così rischiamo di perdere un’icona nazionale”, ha aggiunto. “Gli incendi boschivi sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ha precisato, chiedendo all’Australia e al governo di agire più rapidamente per proteggere le aree abitate da questa specie dal disboscamento e affrontare seriamente l’impatto del cambiamento climatico.