Doppio incontro ravvicinato con l’orso in Trentino. In entrambi i casi – precisa la Provincia di Trento – a rendersi protagonisti sono stati due esemplari “confidenti”, cioè abituati alla presenza dell’uomo. Il primo episodio è avvenuto nelle vicinanze della chiesetta di San Martino, in Val Lomasona, dove dopo mezzogiorno una coppia di escursionisti si è fermata per consumare il pranzo al sacco. Pur essendo accaduto nei giorni scorsi, l’episodio è stato riferito al Corpo forestale nella giornata di ieri. I due giovani, che in precedenza avevano udito dei rumori senza dargli troppo peso, hanno notato un plantigrado uscire dalla boscaglia e subito sono scappati rifugiandosi sul muro del luogo sacro. L’orso si è diretto verso il cibo della coppia e, dopo averlo mangiato, si è avvicinato ai due cercando di raggiungerli, senza comunque adottare un comportamento minaccioso.
UNA DONNA SI E’ TROVATA A CINQUE METRI DALL’ORSO
Nella tarda mattinata di ieri un altro orso “confidente” si è invece avvicinato ad un gruppo di persone impegnate nella raccolta di cicerbita nella zona di malga Clesera, a monte dell’abitato di Cles. Una donna, in particolare, ha riferito ai forestali di essersi trovata a cinque metri dal plantigrado, che l’ha seguita per circa 70-80 metri. L’animale è stato successivamente avvistato anche dal personale forestale ad un centinaio di metri di distanza, mentre si stava dileguando nel bosco. Gli uomini del Servizio foreste, rimasti in zona per qualche ora per proseguire le operazioni di vigilanza, hanno inoltre avvisato gli escursionisti della presenza di un plantigrado.
FUGATTI: PROGETTO ORSO BRUNO ORMAI INSOSTENIBILE
Preoccupato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che torna sulla questione orsi e chiede risposte al governo nazionale. “Predazioni a parte, segnalo che due diversi gruppi di escursionisti hanno avuto incontri ravvicinati con orsi ‘confidenti’, cioè abituati alla presenza dell’uomo. Ora la situazione è allarmante, tant’è che con il prefetto abbiamo riunito il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico a cui hanno partecipato molti sindaci delle zone più interessate dalla presenza dei plantigradi. La gestione del progetto per il reinserimento dell’orso bruno in Trentino non è più sostenibile: a fronte di una presenza di cento esemplari, stimiamo che nei prossimi cinque anni il numero raddoppierà. Ho scritto alla ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, e al ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, affinchè sollecitino l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale a esprimersi in tempi rapidi sul nostro piano di gestione e controllo dei grandi carnivori”.
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