Si fa presto a dire api: sono 20mila le specie selvatiche

Non esiste solo l’ape da miele allevata dagli apicoltori all’interno delle arnie ma sono tantissime le specie selvatiche poco conosciute dal pubblico e spesso tralasciate dal mondo scientifico. Solitarie e stagionali non producono miele ma con la loro diversa biologia, ecologia e stili di vita garantiscono il mantenimento della biodiversità naturale e l’impollinazione delle piante coltivate. Rivestono lo stesso ruolo di quelle allevate, soffrono delle medesime minacce eco ambientali e solo in Italia se ne contano oltre mille, mentre nel mondo superano quota 20 mila. Lo fa sapere il Crea-Agricoltura e Ambiente, in occasione della Giornata mondiale delle api che ricorre oggi. Con il suo gruppo di ricerca di apidologia da anni si occupa di questi organismi nel loro complesso, studiandone le interazioni con l’ambiente, valorizzandone il ruolo come impollinatori e sentinelle ambientali e occupandosi della loro identificazione a livello di specie su base morfologica e genetica.

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BEEWATCHING, IL PROGETTO CREA DI CITIZEN SCIENCE

Uno degli obiettivi del Crea è anche quello di far conoscere le api fuori dall’ambito strettamente scientifico, agli appassionati di natura e al pubblico generico. A questo scopo nel 2018 è nato Beewatching, un progetto di scienza partecipata che ingaggia il pubblico nella scoperta e nell’identificazione delle diverse specie di api italiane, “catturate” esclusivamente attraverso l’obiettivo della macchina fotografica. Giunto al suo terzo anno di attività, il sito ha già raccolto oltre 1.500 segnalazioni da tutta Italia. La scarsa conoscenza sulle api e sugli impollinatori selvatici in generale è un problema che investe l’intera Europa e in misura maggiore le aree del Mediterraneo, le più ricche in biodiversità. Consapevole del problema, nel 2019 la Commissione Europea ha incaricato un gruppo di esperti per monitorare stato e tendenze delle popolazioni di impollinatori in tutti i paesi dell’Unione. Sono quindi partiti progetti pilota che vede coinvolto il Crea dal 15 maggio scorso per i prossimi 30 mesi che coordinerà il monitoraggio nel Mediterraneo centrale. (Ansa, nella foto sopra un’immagine di Sant’Ambrogio, patrono di Milano e protettore delle api, degli apicoltori e dei fabbricanti di cera in corso XXII Marzo – ph. Sara Bonifazio/Ansa)

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