Dalle tartarughe ai camaleonti, circa il 36% delle specie di rettili viene venduto online. In tre quarti dei casi si tratta di specie non coperte da leggi internazionali, molte delle quali a rischio di estinzione, come la testuggine maculata del capo o il camaleonte tigre delle Seychelles. Lo indica un rapporto pubblicato sulla rivista Nature Communications dall’Accademia cinese delle scienze. Le lacune negli sforzi internazionali per regolamentare il commercio della fauna selvatica fanno sì che molti esemplari di diverse specie non vengano monitorati. Il risultato è che il vero impatto del commercio internazionale su questi animali, tra cui i rettili, non è conosciuto. Il gruppo di ricercatori, guidato da Alice Hughes, ha usato un servizio internet automatico di ricerca per documentare il commercio online dei rettili tra il 2000 e 2019, e poi ha combinato questi dati con le informazioni di due banche dati internazionali sul commercio di animali selvatici, Cites e Lemis.
LE SPECIE MINACCIATE ARRIVANO DAL VIETNAM E SONO VENDUTE IN UE E USA
In questo modo ha verificato che 3.943 specie di rettili sono vendute online (pari al 36% di quelle conosciute), il 79% delle quali non rientra nella regolamentazione Cites del commercio. Circa il 90% delle specie di rettili vendute documentate e la metà del numero totale di esemplari sono stati catturati in natura. Il Vietnam è la principale ‘fonte’ delle specie più minacciate e l’Europa e Nord America i principali mercati di consumo. Se non si riuscirà a mitigare l’impatto di questo commercio non regolamentato, anche se legale, avvertono i ricercatori, le specie di rettili endemiche e a corto raggio potrebbero essere le prossime vittime della crisi che sta subendo la biodiversità nel nostro pianeta. (Ansa)
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