AGGIORNAMENTO DEL 6 DICEMBRE IN CODA – GLI ALLEVATORI: DDL BRAMBILLA NON CONSIDERA I NOSTRI SFORZI
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POST DEL 4 DICEMBRE 2019
A spasso davanti Montecitorio, a Roma, con un maialino rosa al guinzaglio. Michela Vittoria Brambilla, presidente e fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, ha scelto il “piccolo” Dior, un lindo suino da compagnia, come testimonial delle proposte di legge che intende promuovere, volte a migliorare le condizioni di vita dei suini che vengono allevati a scopo alimentare. “E’ arrivato il momento di affrontare seriamente il problema delle condizioni degli animali che vivono in allevamento” annuncia l’ex ministro del Turismo che, seduta con Dior davanti gli scalini della Camera dei deputati, protesta: “Loro purtroppo non muoiono mai di vecchiaia ma finiscono sulle tavole degli italiani: le torture fisiche e psicologiche alle quali sono sottoposti sono inimmaginabili”. Le due proposte di legge riguardano una la protezione dei suini, l’altra l’obbligo di videosorveglianza nei macelli e negli allevamenti industriali.
ANIMALI INTELLIGENTI E SENSIBILI COSTRETTI IN SITUAZIONI TERRIBILI
Brambilla, anche con la collaborazione di “Essere animali”, associazione che ha svolto numerose indagini sotto copertura negli stabilimenti all’interno dei allevamenti suini, ha mostrato immagini inequivocabili: “Un’operazione verità importante che vogliamo mettere sotto gli occhi di tutti. Questi animali sono intelligenti e sensibili, molto simili ai cani, e vengono costretti in situazioni terribili da un sistema di allevamento che li considera solo materie prima. Credo sia arrivato il momento di promuovere un’alimentazione vegana, rispettosa di tutte le creature ma anche che agli animali che ancora arrivano nelle nostre tavole venga garantito il diritto di veder rispettata la loro dignità e le loro caratteristiche”.
AGGIORNAMENTO – LA PROPOSTA BRAMBILLA: ISPEZIONI PER 70% DEI SUINI ALLEVATI
Ispezioni di controllo negli allevamenti che coinvolgano ogni anno almeno il 70 per cento dei suini allevati in Italia, il divieto di allevamento in gabbia per le scrofe gravide e in allattamento e il divieto di praticare la castrazione chirurgica dei suini. E’ quanto previsto dalla proposta di legge Brambilla, che interviene inoltre sulle modalità di effettuazione delle pratiche di mozzamento della coda o di troncatura dei denti prevedendo che vengano sempre effettuate ad opera di un veterinario sotto anestesia e con somministrazione prolungata di analgesici. Infine si propone l’introduzione della sanzione amministrativa accessoria della sospensione da una settimana a tre mesi dell’attività di vendita dei suini che si somma a quella pecuniaria del pagamento di una somma da 1.550 euro a 9.296 euro, aumentata fino alla metà in caso di ripetute violazione delle norme.
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AGGIORNAMENTO DEL 6 DICEMBRE – GLI ALLEVATORI: DDL BRAMBILLA NON CONSIDERA I NOSTRI SFORZI
“Un’ennesima ingiustificata azione contro gli allevamenti moderni del nostro paese, in particolare quelli suinicoli, che danneggia l’immagine di un settore chiave del nostro agroalimentare”. È il commento di Confagricoltura alle due proposte di legge dell’Onorevole Brambilla e illustrate ieri, che secondo l’organizzazione agricola non tengono conto degli sforzi degli allevatori italiani per migliorare le condizioni di benessere animale. “Le normative sul benessere animale sono europee – spiega Confagricoltura – e l’Italia, come tutti gli altri principali paesi produttori, sta introducendo rilevanti novità nel sistema di monitoraggio del rispetto delle norme sul benessere animale. Forse sfugge all’onorevole Brambilla che, nell’ultimo anno, tutti gli allevamenti suinicoli italiani, su disposizioni del ministero della Salute e del sistema veterinario nazionale, hanno effettuato tramite i veterinari una autovalutazione del rischio in materia di benessere animale secondo check list predisposte dal Centro di Referenza nazionale”. “Il settore suinicolo nazionale – continua Confagricoltura – non merita ingiustificate accuse e, meno che mai, inutili allarmismi sul consumo di carni rosse e trasformate. E’ un comparto che può contare su quasi 9 milioni di capi allevati e che vale più di 11 miliardi di euro tra valore della produzione di carne suinicola e fatturato dell’industria di trasformazione oltre a 1,6 miliardi di export agroalimentare. Gli occupati della sola fase di trasformazione sfiorano le 30mila unità”. (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)