Squali e razze minacciati da una pesca senza regole, alberi decimati per il loro legno pregiato, primati che stanno letteralmente perdendo l’habitat in cui sono vissuti da sempre: si è allungata la lista rossa delle specie minacciate di estinzione stilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn). L’elenco adesso comprende complessivamente circa 106mila specie, classificate secondo una scala che va da quelle più al riparo dal rischio di estinzione a quelle seriamente minacciate, fino a quelle ormai estinte, ossia il cui ultimo esemplare esistente sul pianeta è scomparso. Delle circa 106mila specie della lista, sono diventate 28mila quelle minacciate di estinzione, ossia il 27% del totale. Sono cifre che “indicano chiaramente quanto in ogni angolo del mondo l’uomo stia sfruttando la natura”, ha rilevato il direttore generale della Iucn, Grethel Aguilar. “Dobbiamo renderci conto del fatto che preservate la biodiversità è nel nostro interesse e che – ha aggiunto – è assolutamente fondamentale per raggiungere gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”.
L’ELENCO E’ ANCORA DESTINATO AD AUMENTARE
E’ purtroppo una lista destinata ad aumentare, come dimostra l’aggiornamento più recente. Delle nuove specie da tutelare, i più fragili sono gli anfibi (nella foto una rana arlecchino, velenosa, fotografata in Colombia), che costituiscono il 40% delle specie recentemente incluse nell’elenco e le specie che popolano la barriera corallina (33%); seriamente in pericolo anche alcune specie di squali e razze (30%), crostacei (27%), mammiferi (25%) e uccelli (14%). A preoccupare sono soprattutto le conseguenze della pesca eccessiva. Quest’ultima, rilevano gli esperti della Iucn, “ha spinto due specie di razza sull’orlo dell’estinzione”; una è la Rhynchorhina mauritaniensis, la cui popolazione si è ridotta dell’80% negli ultimi 45 anni. Tra i pesci d’acqua dolce, si calcola che siano almeno 18mila le specie che stanno andando incontro a un rapido declino, soprattutto in Giappone e in Messico. Sono sette le specie di primati “decisamente in declino a causa della perdita del loro habitat”. Sei di queste vivono nell’Africa occidentale e si calcola che le attività umane, prima fra tutte la deforestazione, abbiano distrutto il loro habitat riducendone la popolazione del 40%.