Se un milione di specie animali e vegetali è minacciato di estinzione, “una parte della responsabilità pesa sulle spalle di scelte agricole insostenibili” afferma – in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, che si celebra oggi – EcorNaturaSì, la maggiore realtà del biologico italiano, puntando l’indice contro il degrado della terra, le coltivazioni a misura di macchine e non di natura, l’utilizzo di pesticidi che si accumulano negli organismi animali, minandoli e portandoli alla scomparsa.
L’AGRICOLTURA RIPORTI NEI CAMPI PICCOLI MAMMIFERI, UCCELLI E INSETTI
Ma l’agricoltura “può fare altre scelte, e riportare nei campi coltivati piccoli mammiferi, uccelli e insetti dando un enorme contributo alla difesa della biodiversità” assicura EcorNaturaSì, aggiungendo che può essere assicurato contemporaneamente anche il valore economico agricolo. A causa della scomparsa degli impollinatori, ricorda EcorNaturaSì citando il rapporto Ipbes (la piattaforma intergovernativa sulla biodiversità), “dobbiamo aspettarci perdite di raccolti per un valore di oltre 577 miliardi di dollari l’anno”.
NEI TERRENI BIOLOGICI C’E’ ALMENO IL DOPPIO DI BIODIVERSITA’
Nei terreni biologici e biodinamici “è possibile rilevare il doppio di specie vegetali rispetto a quelle presenti nei campi convenzionali, il 60% di avifauna e il 75% in più di chirotteri. La maggior parte degli studi effettuati in tal senso conferma questi dati. Le pratiche di agricoltura biologica e biodinamica favoriscono la fauna e la biodiversità microbiologica del suolo. Inoltre, – osserva EcorNaturaSì – contribuiscono a garantire e mantenere la diversità genetica delle piante coltivate e degli animali allevati”. (foto in alto Afp, sotto Epa)
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