Che sia nel naso dei mammiferi o nelle antenne degli insetti, l’olfatto è il senso che guida molti dei comportamenti nel mondo animale, e che ora è meno misterioso. E’ stato infatti ‘decifrato’ il codice che lo regola: si tratta della mappa completa dei recettori che permettono agli animali di riconoscere gli odori. Un risultato cui sono arrivati due diversi gruppi di ricercatori con due lavori distinti, entrambi pubblicati sulla rivista Nature Neuroscience: il primo coordinato da Ivan Rodriguez dell’università di Ginevra, il secondo da Hiroaki Matsunami dell’università Duke della North Carolina.
Un risultato che si aggiunge agli studi sull’olfatto compiuti dai premi Nobel Richard Axel e Linda Buck, che nel 1991 hanno dimostrato che se l’uomo è capace di distinguere tra circa 10mila odori diversi è perché esiste un’ampia famiglia di geni ‘cattura-odori’, i Gpcrs, che controllano i recettori olfattivi posti sulla mucosa delle cavità nasali. Dall’uomo ai moscerini, gli animali creano una rappresentazione olfattiva del mondo grazie all’attivazione combinata dei recettori presenti negli organi di senso.
I geni che codificano questi sensori chimici, 400 negli uomini e 1.100 nei topi, sono il più grande e variegato gruppo di geni nei mammiferi. Molti recettori attivati dagli stimoli olfattivi non sono però stati scoperti. ”La famiglia dei recettori dell’olfatto è numerosa e nota da tempo – spiega Ivan Rodriguez – ma l’identificazione dei suoi singoli ‘membri’ è stata difficile”.
I ricercatori hanno osservato nei topi, dopo averne stimolato l’olfatto, un calo dell’attività nei geni che codificano i recettori degli odori. In questo modo hanno sviluppato uno strumento che permette di identificare i recettori stimolati in un dato momento nei neuroni olfattivi del naso in risposta ad un odore, e anche le molecole capaci di attivarli o inibirli. Risultati che aprono la strada alla possibilità di combattere insetti molesti o pericolosi, nonchè le malattie che trasmettono. (Ansa)