L’incidenza del bracconaggio starebbe modificando il dna degli elefanti, facendo scomparire le lunghe e ambite zanne d’avorio dai loro musi. A suggerire questa ipotesi, ancora tutta da verificare, è uno studio condotto su un piccolo gruppo di elefanti del Mozambico dalla ricercatrice Joyce Poole, cofondatrice di Elephant Voices, che anticipa alcuni dei risultati ottenuti sulle pagine di National Geographic. Nel parco nazionale di Gorongosa dove è stato fatto lo studio, le femmine di elefante che nascono senza zanne sono salite dal 2-4% al 32%. Il fenomeno inizia a trovare riscontro anche in altre zone dell’Africa: nel parco sudafricano di Addo, per esempio, già nei primi anni Duemila il 98% delle 200 femmine presenti era senza zanne; in Kenya, invece, uno studio condotto nel 2015 dalla Duke University in collaborazione con il Kenya Wildlife Service ha dimostrato un rimpicciolimento delle zanne.
IL FENOMENO NON METTE A RISCHIO LA LORO SOPRAVVIVENZA
Il fenomeno non è allarmante, “perché la mancanza di zanne non mette a rischio la sopravvivenza degli esemplari, e poi perché è stata riscontrata solo in specifiche popolazioni di elefanti molto piccole”, commenta Luigi Boitani, zoologo dell’università Sapienza di Roma ed esperto di biologia della conservazione. Quello che ci dicono questi studi, però, “è che la mano dell’uomo può forzare la selezione delle specie animali. Un fenomeno simile – sottolinea Boitani – lo abbiamo riscontrato anche in Italia, mappando il genoma dell’orso bruno marsicano: lo studio, che abbiamo pubblicato sulla rivista Pnas, suggerisce che l’attività di caccia dell’uomo potrebbe aver selezionato orsi dal carattere meno aggressivo. Allo stesso modo, è possibile che il bracconaggio in Africa abbia determinato una selezione artificiale degli elefanti senza zanne. Forse, in un’ottica molto cinica di coesistenza con l’uomo, potrebbero aver trovato un ‘trucco’ per sopravvivere ai bracconieri”.
IPOTESI DA VERIFICARE, FORSE E’ SOLO UNA “DERIVA GENETICA”
L’ipotesi però, per quanto suggestiva, è ancora tutta da verificare: “al momento non sappiamo quali siano i geni responsabili della formazione delle zanne e il modo con cui vengono trasmessi da una generazione all’altra. Ci sono almeno quattro gruppi di ricerca internazionali che stanno cercando di fare luce sulla questione. Comunque – conclude lo zoologo – è altrettanto plausibile che la scomparsa delle zanne sia un semplice fenomeno di deriva genetica, dovuto a una modifica casuale della variabilità genetica della popolazione che, in gruppi di elefanti così ristretti, potrebbe aver portato questo carattere morfologico a essere sempre più diffuso”.