Chiude definitivamente il Canidrome di Macao, il peggiore cinodromo del mondo. Fra tre settimane, il prossimo 21 luglio, si chiudono per sempre le porte del Yat Yuen, l’unico impianto per corse di cani autorizzato in Cina dal 1963, luogo di sofferenza e morte. A Macao, ex colonia portoghese tornata nel 1999 sotto Pechino, si stima che in 55 anni siano stati uccisi tra i 16 e i 18mila levrieri. L’azione propulsiva che ha portato al game over è stata di Anima Macau, un’associazione locale di protezione animali, ma a supporto della campagna mondiale “Save The Macau Greyhounds” c’è anche Pet levrieri onlus, un’associazione italiana antiracing e anticaccia, nata da un gruppo di adottanti “che hanno deciso di trasformare la loro iniziale scelta d’amore, quella di adottare un levriero salvato, in un impegno civile per contribuire a costruire un futuro in Europa e nel mondo senza corse commerciali e senza caccia coi levrieri”, spiegano sul loro sito. Il prossimo passo è quello di ottenere che il governo di Macao affidi i 650 greyhound (tra cui 45 cuccioli) del Canidrome, ancora vivi e attivi, alle cure di Anima Macau e trovare un’adeguata famiglia adottiva a ciascun animale. La seconda parte sembra più semplice della prima: sono già più di 50 le associazioni e i gruppi antiracing e di adozione dall’Europa, dagli Usa e dal resto del mondo che hanno già risposto “all’appello Global Rehoming Appeal for the Canidrome Greyhounds, garantendo supporto ad Anima Macao a diversi livelli nel piano di salvataggio e di trasporto dei greyhound di Macao e impegnandosi a trovare adeguate famiglie adottive”, che prevede petizioni e campagne di finanziamento. Meno scontata la prima parte: se in oltre mezzo secolo Macao non ha dimostrato il minimo rispetto per la vita dei levrieri nulla fa pensare che nelle ultime tre settimane le cose possano cambiare. (nelle foto Bobby Yip/Reuters sopra e sotto i levrieri allo Yat Yuen di Macao)
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