Negli Usa alcune aziende offrono giorni di congedo retribuito a chi adotta un animale domestico. Si chiama Pawternity leave (“paw” in inglese significa zampa) o anche pet leave e si sta diffondendo soprattutto a New York, dove mParticle, un’azienda che gestisce dati, è solo l’ultima nel proprio distretto a Manhattan ad aver introdotto la pratica. Si tratta dell’opportunità di trascorrere ore retribuite per aiutare il cucciolo nuovo arrivato ad ambientarsi ma anche per stargli vicino in caso di grave malattia o morte. “E’ un segnale chiaro quello che arriva dagli Usa e di cui siamo stati precursori in Italia – dichiara Gianluca Felicetti, Presidente Lav -: di recente abbiamo sostenuto con successo l’azione di una dipendente pubblica romana che ha chiesto, ed ottenuto, il riconoscimento del permesso retribuito per curare il proprio cane, primo caso nel nostro Paese”. Ne avevamo scritto qui sul Sole 24 Ore. Nonostante New York sia un caso particolare, dove gli animali domestici sono spesso trattati come veri e propri figli, ai quali viene a volte destinata addirittura una stanza di casa, molti datori di lavoro Usa consentono ai dipendenti di portare il cane con sè al lavoro, anche quando si tratta di spazi di coworking. I dati dell’American Pet Products Association parlano dell’11% delle aziende in cui sarebbe permesso tenere la cuccia sotto la scrivania. Ma dalle nostre parti, numeri alla mano, non possiamo lamentarci: in Europa, un lavoratore dipendente su dieci attualmente lavora in un ufficio “pet-friendly” anche se sette lavoratori su dieci (68%) che possiedono un cane porterebbero volentieri il proprio quattrozampe al lavoro con sè, se questo fosse possibile. Sono i risultati della ricerca Pets at Work Survey 2017, condotta in tutta l’Ue da Purina (nella foto, uno dei loro uffici). Il sogno di ogni amante dei pelosi, però, si realizza tra le mura di un’azienda californiana quotata al Nasdaq, Nvidia, che “vuole” i cani dei dipendenti in ufficio perchè la loro presenza rende i lavoratori “più responsabili”.