Con una decisione che ha già sollevato un vespaio di polemiche, il Sudafrica ha legalizzato il commercio nazionale di corni di rinoceronte. Nei giorni scorsi, riporta il Guardian, l’Alta corte sudafricana ha annullato le restrizioni in vigore nel Paese dal 2009. La novità è stata accolta con soddisfazione dagli allevatori, secondo i quali il commercio legalizzato diminuirà le attività di bracconaggio. Critiche invece le associazioni che si occupano della conservazione della specie: secondo gli attivisti questa svolta non farà altro che incoraggiare il bracconaggio e la vendita illegale di corni. Il caso degli elefanti, affermano, lo dimostra. Tanto più che la decisione non avrà effetti al di fuori del Sudafrica: il divieto di commercio internazionale di corni di rinoceronti resta attivo. In Sudafrica vivono circa 20 mila rinoceronti, quasi l’80% della popolazione globale, e di questi un terzo è allevato da privati che puntano al commercio di corni segati agli animali vivi, sedati, senza ucciderli. Gli allevatori guardano al mercato asiatico, da dove arriva la principale richiesta di corni per presunte proprietà medicinali (nonostante siano composti di cheratina, la stessa sostanza che si trova nelle unghie dell’uomo). Quanto al bracconaggio, secondo gli ultimi dati del Wwf, l’anno scorso sono stati uccisi in Sudafrica almeno 1.054 esemplari, in lieve calo rispetto al 2015. Tuttavia la popolazione di questi animali, secondo il Wwf, resta “pericolosamente vicina a un punto di non ritorno”. (Ansa, nella foto Reuters rinoceronti bianchi in attesa di compratori nell’asta annuale del Hluhluwe-Imfolozi national park, Sudafrica)
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