Ha decapitato il suo cane malato perché non poteva pagare il veterinario e ha tenuto con sé la testa in attesa che si scarnificasse per recuperare il chip. Per questo un pregiudicato di 43 anni è stato indagato dai carabinieri di Milano per uccisione di animale. Una vicenda a metà strada tra la crisi economica e il degrado sociale e psicologico. I militari sono intervenuti ieri pomeriggio a Cesano Boscone su chiamata della moglie, che si è spaventata dopo averlo visto chiudersi in camera con la testa del cane e il coltello da cucina usato per la decapitazione. All’arrivo dei carabinieri l’uomo era ubriaco, ma non ha opposto resistenza. La compagna ha spiegato che Maya, il cane che hanno accudito per 13 anni senza mai un episodio di violenza (circostanza confermata), era molto malata e per questo il veterinario ha suggerito la soppressione clinica per interrompere la sofferenza. Quando il marito ha saputo il costo, però, ha deciso di fare da sé. È tornato a casa e ha decapitato il cane: ha nascosto il corpo in auto per seppellirlo e ha tenuto la testa con l’intenzione di attendere la decomposizione e recuperare il chip. Ai militari ha commentato “tanto era vecchio”. La soppressione di un animale, eseguita per motivi medici, ha costi variabili: si tratta di una prestazione professionale cui vanno aggiunti alcuni costi fissi, come la tassa per l’inceneritore, il medicinale e il costo di registrazione del certificato di morte. “Esiste un parametro giudiziale di riferimento – spiegano all’Associazione dei Medici Veterinari Anmvi – aggiornato di recente sulla Gazzetta Ufficiale del 29 agosto scorso, per tutte le prestazioni veterinarie. Questo parametro indica per l’Eutanasia nei cani e nei gatti (previa anestesia con costo incluso) un valore medio di liquidazione di 75 euro (aumentabile dal giudice fino all’80%)”, concludono i veterinari. (nella foto un anziano cane malato)