Sono la moretta tabaccata, l’occhione, il nibbio bruno e il grillaio: sono le quattro specie di uccelli italiane che hanno migliorato il loro stato di conservazione a fronte di un 18% delle specie in Europa, 67 su 451, quasi una su cinque, minacciato di estinzione. La notizia è contenuta nella nuova “Lista rossa” europea degli uccelli a rischio estinzione redatta da Birdlife International (grazie al finanziamento dell’Unione Europea) e arriva dai lavori dell’VIII Congresso Nazionale di Federparchi che si è tenuto in questi giorni a Trezzo sull’Adda, nel Parco dell’Adda Nord.
Per l’Italia, che detiene il record europeo della biodiversità, in una superficie pari a un trentesimo di quella europea, con 55.600 specie animali (pari al 30% delle specie europee) e 7.636 specie vegetali (pari al 50% delle specie europee), la notizia sull’avifauna è una conferma che premia il contributo dei parchi e delle aree protette per la tutela della biodiversità. Senza i parchi, infatti, molti animali simbolo della nostra fauna come orsi, camosci, stambecchi, aquile, lupi sarebbero scomparsi dai nostri boschi, dalle nostre montagne, dalle nostre coste e dai nostri mari, con una perdita inestimabile in termini di patrimonio naturale.
«Le aree protette hanno dimostrato una notevole capacità di realizzare progetti e azioni per proteggere la natura», rimarca Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi. «E’ merito dei parchi se oggi alcune di queste specie prioritarie non sono più a rischio e altre sono state reintrodotte con successo, e anche la ricerca italiana in campo ambientale ed ecologico è tra le più interessanti, dal punto di vista dei risultati gestionali delle aree protette e in generale della biodiversità – conclude – Non dimentichiamo che il nostro è il Paese europeo più ricco di specie animali e vegetali: se c’è un patrimonio di cui dobbiamo andare fieri è proprio quello naturale».