Allarme-estinzione per gli elefanti, passati da un milione e 300mila nel 1979 ad appena 352.271, con un calo del 73 per cento. I dati emergono dal censimento condotto in Africa da Great Elephant Census (Gec), appena pubblicato dal sito PeerJ. Un’indagine che non ha precedenti per il modo scientifico in cui e’ stato condotto e che ha visto la partecipazione per due anni di 90 scienziati e 286 collaboratori, che hanno visitato 18 Paesi africani con un impegno di quasi 10mila ore. Prima della colonizzazione europea, si stimava che in Africa vivessero 20 milioni elefanti. Nel nuovo dato non sono compresi tre Paesi con una significativa popolazione di elefanti, Namibia, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana, ma resta comunque nettamente al di sotto anche rispetto alle stime più pessimistiche. Dal 2007 al 2014, in appena sette anni, si calcola che il numero degli elefanti africani sia calato del 30% con una perdita di 144mila. C’è già chi parla degli elefanti come dei “dinosauri” dei giorni nostri. Considerando che in Asia ne vivono solo 100mila, la progressione con cui stanno scomparendo dal pianeta e’ impressionante. La causa principale è il bracconaggio che ogni giorno nel mondo uccide 70 elefanti. Nella sola riserva di Selous, in Tanzania, i bracconieri hanno decimato la popolazione degli elefanti facendola crollare del 75% nell’ultimo decennio. Proprio in Tanzania è stata arrestata pochi mesi fa la donna più potente al mondo per il traffico di zanne d’elefante. Si tratta della cittadina cinese Yang Feng Glan, 66 anni, ne abbiamo scritto qui su 24zampe: è conosciuta come la “Regina dell’avorio”. Purtroppo questi traffici sono molto redditizi. Nella sua campagna “Crimini di Natura” il Wwf ha denunciato che il giro di affari illegali di risorse naturali (avorio, corni di rinoceronte, pellami, animali vivi, etc) è di oltre 23 miliardi di dollari, il quarto mercato nero mondiale dopo droga, armi e esseri umani.
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