Solo per tutti i giorni della sua vita su un balcone di pochi metri; senza nessuna protezione per le intemperie, e talvolta legato ad una corda. Ha vissuto così per diverso tempo un cane di taglia media che da quel balcone al terzo piano di una palazzina nel Leccese, dove c’era anche una panca appoggiata alla ringhiera, è caduto ed è morto a causa dei traumi riportati. L’intera vicenda è finita nelle aule del tribunale di Lecce, e la seconda sezione penale ha condannato per abbandono di animali il proprietario ad un’ammenda di 5mila euro, nonché al risarcimento dei danni nei confronti della parte civile – un’associazione a difesa degli animali da qualsiasi forma di maltrattamento – e al pagamento delle spese processuali (anche quelle sostenute dalla parte civile).
IL CANE HA SEMPRE MANIFESTATO “ASSOLUTA SOFFERENZA E SOLITUDINE”
L’animale – spiega il Tribunale – ha sempre manifestato la propria condizione di assoluta sofferenza e solitudine. Un contesto di degrado, e soprattutto, secondo quanto emerso dall’attività d’indagine svolta, senza alcuna cura delle esigenze fisiche ed etologiche del cane, privato della propria libertà, e senza alcuna struttura che in qualche modo potesse ripararlo dal freddo e dalle piogge invernali, o dal sole nei periodi estivi. Anzi, gli inquirenti hanno accertato che le condizioni di vita dell’animale erano inadeguate e di profondo disagio. A ciò si aggiungeva anche l’uso di una corda per tenerlo legato limitandone gli spostamenti. E le prove raccolte dagli inquirenti hanno determinato la condanna nei confronti dell’uomo per il reato di abbandono di animali.
IL TRIBUNALE HA APPLICATO LA LEGGE SUL MALTRATTAMENTO DI ANIMALI
Il Tribunale – spiega una nota – ha applicato la legge del 20 luglio 2004, n. 189, in materia di ‘Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate’, con la quale il legislatore ha ampliato la disciplina sulla protezione degli animali, considerati quali esseri viventi suscettibili di tutela diretta. Tra le novità più rilevanti, oltre ad un inasprimento delle pene, la riforma ha modificato il Codice penale, inserendo una nuova parte che riguarda i delitti contro il sentimento degli animali. Ciò ha portato, da un lato, all’introduzione di un nuovo reato, il maltrattamento di animali e, dall’altro, alla riformulazione del reato di abbandono di animali, in linea con la crescente sensibilità dell’opinione pubblica sul tema. (Ansa, foto di archivio)
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