Addio a Jane Goodall, la donna che parlava alle scimmie: la celebre etologa britannica è morta a 91 anni in California mentre era impegnata in un giro di conferenze. Diventata la massima esperta mondiale di scimpanzé dopo decenni di studi condotti nel Gombe Stream National Park in Tanzania, con le sue scoperte Goodall “ha rivoluzionato la scienza”, ha scritto la sua fondazione ricordandone il ruolo di “instancabile sostenitrice della protezione e del ripristino del nostro mondo naturale”. Nata a Hamsptead nel 1934 da una mamma romanziera e un papà ingegnere con la passione delle auto da corsa, Jane Goodall è stata la più famosa etologa del mondo. Autrice di 32 libri di cui 15 per bambini, l’icona del movimento ambientalista, viaggiava non stop: nel 2022, in un’intervista al Times, aveva confessato che dal 1986 non aveva dormito nello stesso letto per più di tre giorni.

I CANI DI CASA SONO STATI I SUOI PRIMI MAESTRI DI ETOLOGIA
La sua passione per gli animali era nata molto prima di Gombe, quando ancora bambina, circondata dall’affetto dei cani di famiglia, ne cominciò ad osservare i comportamenti e a intuire, ancora prima degli studi universitari, che gli animali possedevano personalità distinte, emozioni e forme di comunicazione proprie. La stessa Goodall raccontava spesso che i cani, non le scimmie, furono i suoi primi maestri di etologia: da loro imparò l’arte dell’osservazione, l’importanza del legame di fiducia e la convinzione che gli animali non possono essere ridotti a semplici istinti. L’Africa fu la svolta: arrivata a 23 anni da giovane segretaria animata dalla passione per la natura, fu incoraggiata dal noto paleoantropologo Louis Leakey a intraprendere studi che avrebbero trasformato per sempre la primatologia e il modo di vedere il rapporto uomo-natura.

IL JANE GOODALL INSTITUTE E’ ATTIVO IN DICIANNOVE NAZIONI
Studiando Flo, David Greybeard, Fifi e gli altri primati al centro delle sue osservazioni, Goodall fu la prima a documentare comportamenti fino ad allora ritenuti esclusivi dell’uomo: l’uso di strumenti, le forme di caccia organizzata, le relazioni sociali complesse, contribuendo a incrinare la barriera simbolica che separava l’uomo dagli altri animali. Nei suoi studi – il primo pubblicato a 29 anni dalla National Geographic Society con gli scatti di Hugo van Lawick, il fotografo olandese che più tardi avrebbe sposato – la Goodall descrisse gli scimpanzé come individui con personalità, emozioni e legami affettivi. Apripista in un mondo di ricercatori quasi tutti maschi, negli anni successivi, la scienziata trasformò la sua fama in piattaforma di impegno. Fondò il Jane Goodall Institute, attivo in 19 nazioni, e il programma educativo Roots and Shoots attivo in oltre cento Paesi, che coinvolge giovani di tutto il mondo nella protezione dell’ambiente. (Ansa)
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Ricevo e pubblico volentieri il ricordo del Parco Natura viva
L’ESPERIENZA DI JANE GOODALL AL PARCO NATURA VIVA: QUELLA VOLTA CHE PARLÒ AGLI SCIMPANZÈ
Il Parco Natura Viva partecipa con profonda commozione alla scomparsa di Jane Goodall, pioniera che ha dedicato la vita alla conoscenza e alla tutela degli scimpanzé. Un’amica del Parco Natura Viva sin dal 2014, anno in cui visitò la colonia che ospita la più grande delle quattro sottospecie di scimpanzè, il Pan troglodytes troglodytes. In quell’occasione, Jane Goodall salutò Tommy, Giorgina, Valentina, Giuditta, Sami, Jasmine e Davidino, attraverso i richiami appresi durante i suoi lunghi studi in foresta. Gli scimpanzè risposero alla sua esortazione, dando vita ad un momento di incontro tra uomini e animali che chi ha vissuto, non dimenticherà mai. Fu quella anche l’occasione in cui la primatologa più famosa del mondo divenne madrina degli ibis eremita: insieme a Johannes Fritz, il ricercatore austriaco che sta riportando questa specie a volare in Europa, firmò un certificato di adozione che consegnò ai cacciatori, come segno di fiducia nei confronti di chi può essere un alleato per fermare la caccia illegale.
Una donna di scienza, che ha saputo andare oltre gli steccati del possibile. Che ha voluto creare un movimento globale per trasmettere alle nuove generazioni la cultura della conservazione. Un’eredità che il Parco Natura Viva ha raccolta da tempo, facendone la base delle proprie ricerche comportamentali sugli scimpanzé. Oggi, in continuità con i suoi insegnamenti, il Parco documenta aspetti fondamentali della vita dei sette esemplari ospitati, con una lunga e vasta tradizione di ricerca scientifica. La straordinaria longevità di Sami, prossima ai 54 anni; le preferenze individuali di colore legate alla ricerca di cibo; la lateralità manuale, che rivela tratti unici di ogni individuo; l’importanza delle cure reciproche, dei legami sociali e del gioco nello sviluppo; l’uso spontaneo di piante medicinali come il topinambur per espellere parassiti; la capacità dei giovani di innovare più facilmente rispetto agli adulti dominanti; fino agli studi condotti con l’Università di Bologna che hanno mostrato gusti musicali distinti e persino scelte “provocatorie” dei più giovani, capaci di attirare l’attenzione della madre o della nonna.
Un impegno che oggi si rinnova con ancora più grande determinazione: perché nelle scoperte quotidiane, negli studi e nelle osservazioni sugli scimpanzé, c’è la vera eredità di Jane Goodall.
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