“Un lupo maschio di circa 45 chilogrammi è stato abbattuto poco dopo la mezzanotte del 12 agosto a 2800 metri di altitudine”. Lo riferisce Günther Unterthiner, direttore della Ripartizione Foreste della Provincia autonoma di Bolzano. Il presidente della Provincia Arno Kompatscher aveva infatti autorizzato l’abbattimento di due lupi nell’Alta Val Venosta: il compito è stato affidato al Corpo Forestale Provinciale. Il primo abbattimento a norma di legge di un lupo in Italia è stato possibile dopo l’ok del Tar: il 9 agosto il Tribunale amministrativo di Bolzano ha respinto la richiesta di sospensiva di tre organizzazioni animaliste contro l’autorizzazione al prelievo dei due lupi in Alta Val Venosta. Molto critici gli animalisti mentre c’è grande soddisfazione nella provincia. “In Alto Adige il lupo è diventato sempre più una minaccia per il tradizionale allevamento alpino e, in alcuni casi, per la sicurezza pubblica”, sottolinea Luis Walcher, assessore provinciale all’Agricoltura e alle Foreste, ringraziando il presidente per aver firmato il decreto e il Corpo Forestale Provinciale per l’adempimento.
OSSERVATORIO FAUNISTICO E ISPRA HANNO DATO IL LORO CONSENSO ALL’ABBATTIMENTO DI DUE LUPI (A CASO!) DELLA VAL VENOSTA
Nel periodo compreso tra maggio e luglio di quest’anno, in un alpeggio dell’Alta Val Venosta sono stati registrati 31 attacchi di lupo agli animali da pascolo, confermati e documentati dalle autorità forestali. Nella stessa area erano già stati registrati 42 attacchi nella precedente stagione alpestre. Le malghe interessate sono state dichiarate zone di protezione dei pascoli ai sensi della legge provinciale. I proprietari hanno comunque adottato misure di protezione del bestiame, che però non sono riuscite a impedire gli eventi dannosi. Sia l’Osservatorio faunistico provinciale che l’Ispra hanno dato il loro consenso all’abbattimento di due lupi ai sensi della legge provinciale. L’autorizzazione al prelievo è valida per 60 giorni. L’Unione Europea aveva declassato lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto” e il 14 luglio è entrato in vigore il relativo emendamento alla Direttiva Habitat.
ANIMALISTI: PER EVITARE DI RISARCIRE I DANNI AGLI ALLEVATORI SI E’ ARRECATO UN DANNO INCALCOLABILE ALLA NATURA
“A nulla sono serviti gli argomenti giuridici, i pareri di esperti, le obiezioni basate sul buon senso che abbiamo esposto ai politici e al Tar – scrive in una nota Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente -. Rei di aver fatto i lupi, due lupi della val Venosta a caso (come nelle barbare decimazioni degli eserciti del passato) sono condannati a morte, e una condanna è già stata eseguita, per accontentare le rumorose lobby locali che con il loro voto condizionano la politica del presidente della Provincia autonoma di Bolzano. Arno Kompatscher voleva un primato e l’ha ottenuto: essere il primo ad autorizzare e a mandare ad effetto l’abbattimento legale di un lupo in Italia, da quando è entrata in vigore la direttiva Habitat. Complimenti anche per la scelta del periodo, sotto Ferragosto, quando il Paese è distratto dalle ferie”. Per “compensare” danni che si potevano facilmente indennizzare – conclude – è stato arrecato al patrimonio naturale un danno inestimabile”.
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AGGIORNAMENTO – LE REAZIONI
ENPA – “La Provincia di Bolzano si macchia di un vero e proprio crimine, che non risolverà un bel nulla, che servirà a mantenere i consensi di allevatori evidentemente male informati o che vorrebbero un deserto di biodiversità nelle montagne, liberi così di lasciare gli animali incustoditi e andare a fare altro”. Anche l’Ente nazionale protezione animali, con una nota firmata dalla presidente Enpa del Trentino Ivana Sandri, si schiera contro la decisione della Provincia autonoma di Bolzano di abbattere un lupo. La Provincia, si legge nella nota, “si è assunta una responsabilità gravissima spezzando dopo oltre 50 anni il regime di protezione senza deroghe per il lupo assunto nel 1971 da un illuminato ministro dell’Agricoltura, Natali, in seguito rafforzato dal Decreto Ministeriale Marcora nel 1976 e confermato nella legge 157 del 1992”. “Noi non ci fermeremo davanti a questo stravolgimento della realtà e della scienza in cui basta sparare a qualche lupo a caso, per rabbonire il ‘popolo’: la verità – conclude Ivana Sandri – sta dalla nostra parte e dalla parte dei lupi e della biodiversità”.
GREEN IMPACT, LEIDAA, OIPA – “Contro l’evidenza scientifica e il diritto europeo, la Provincia autonoma di Bolzano autorizza e manda ad effetto l’uccisione di un lupo ‘a caso’, appartenente a una sotto-popolazione ‘minacciata’, tuttora in regime legale di protezione rigorosa”. Lo scrivono le associazioni Green impact, Leal, Leidaa e Oipa dopo l’abbattimento di un lupo in Alto Adige. Secondo gli animalisti a causa di “una politica oscurantista e anti-scientifica, si tratta del primo territorio in Italia ad autorizzare l’uccisione di un lupo ( specie tutelata come ‘bene collettivo’ dal diritto europeo) – per di più in pendenza di diversi ricorsi presentati da numerose associazioni”, la cui discussione è prevista per il 9 settembre prossimo davanti al Consiglio di stato. Secondo gli animalisti, “la prevenzione in Alto Adige è lasciata alla discrezione degli allevatori che ne fanno ben poco uso, come dalle stesse dichiarazioni che emergono dai report della Provincia, nonostante i copiosi fondi messi a disposizione. I cani da guardiania sono Border Collie, notoriamente cani da conduzione, che certo non possono agire da deterrenti, i pastori sono uno per più greggi”, affermano ancora Green impact, Leal, Leidaa e Oipa. In un caso simile, la Corte europea di Giustizia aveva negato nel 2024 l’autorizzazione a procedere all’uccisione di un lupo – tra l’ altro identificato geneticamente e non preso a caso – in Tirolo, stessa sotto-popolazione. E il parere dell’Ispra, privo di dati, è stato criticato da esperti autorevoli e considerato come dichiarazioni non supportate da evidenze. Le associazioni procederanno comunque con un’attività di revisione tecnico-scientifica indipendente del parere Ispra, per evidenziarne le criticità nell’approccio metodologico e nei contenuti.
Le Associazioni ricordano che è tuttora pendente il ricorso davanti al tribunale dell’Unione Europea contro la decisione di derubricare la protezione del lupo da rigorosamente protetto a protetto, modifica non ancora esecutiva in Italia, auspicando che la scienza prevalga su orientamenti politici del momento.
LAV – “Questa notizia ci addolora profondamente e allo stesso tempo ci fa infuriare”. Così, in una nota, Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali Selvatici, dopo l’abbattimento di un lupo maschio in Alto Adige. Nonostante la Lav e altre associazioni siano subito intervenute al Tar e al Consiglio di Stato, infatti, non è stato possibile salvare i due animali a causa del parere di Ispra favorevole all’uccisione. “Ci chiediamo come sia possibile che un istituto scientifico di rilevanza internazionale possa dare un parere favorevole all’uccisione di due lupi, quando è la stessa Provincia ad aver ammesso che i sistemi di prevenzione degli animali allevati non sono stati utilizzati, oppure lo sono stati ma in maniera parziale e inadeguata”, sostiene ancora Vitturi di Lav. Nella documentazione di cui la LAV è venuta in possesso – prosegue la nota – emerge infatti che quando gli animali allevati sono stati predati, stazionavano all’esterno delle recinzioni anti-lupo e che per difenderli erano stati utilizzati i cani da conduzione e non quelli da guardiania. “Se solo fossero stati utilizzati a dovere i sistemi di prevenzione, il lupo si sarebbe potuto salvare – continua Vitturi – per questo motivo il nostro Ufficio Legale è già al lavoro per depositare una denuncia per uccisione di animale contro la Provincia di Bolzano”. (Ansa)
WWF – L’abbattimento del lupo nella notte tra l’11 e il 12 agosto in Alto Adige, è il primo abbattimento legale di un lupo in Italia dopo oltre cinquant’anni. Lo rileva il Wwf Italia spiegando che “l’ordinanza della Provincia autonoma di Bolzano del 30 luglio scorso aveva autorizzato l’abbattimento di due lupi nell’area di malga Furgles, dove tra maggio e luglio si sono verificati 31 attacchi al bestiame. La deroga per l’abbattimento non rispetta i criteri previsti dalla Direttiva Habitat”. Secondo il Wwf Italia, sono “evidenti le criticità e le gravi e inaccettabili contraddizioni nell’ordinanza della Provincia e nello stesso parere favorevole di Ispra. L’ordinanza della Provincia rivela infatti come l’alpeggio non aveva adottato tutte le misure di prevenzione necessarie per mitigare il rischio di predazioni, già avvenute nella scorsa stagione di alpeggio nel 2024”. In Italia “il declassamento dello stato di protezione del lupo non è stato ancora recepito – aggiunge l’associazione – e l’abbattimento di singoli lupi “a caso” non risolve il problema”. Dunque, osserva il Wwf, “il lupo in Italia resta ad oggi ancora una specie rigorosamente protetta. La Provincia di Bolzano è ancora molto indietro nelle politiche che favoriscano la diffusione di corrette strategie di prevenzione”, conclude. (Ansa)
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