Nuove indicazioni a residenti, turisti, appassionati naturalisti e fotografi da parte del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) e delle autorità abruzzesi su come comportarsi nei riguardi della fauna selvatica, soprattutto in questo periodo in cui sono nati i cuccioli e gli animali hanno bisogno di maggiore tranquillità del solito.
ORSA CON CUCCIOLI NELL’AQUILANO
“L’orso fa l’orso e si sposta. Ci stiamo raccordando con i carabinieri forestali per tenere sotto controllo l’orsa e i cuccioli. Fino alla scorsa notte erano nell’Aquilano”. Così il direttore del Pnalm, Luciano Sammarone, commenta l’avvistamento di plantigradi in Molise. Interpellato, coglie l’occasione per raccomandare a popolazione e turisti di non inseguire gli orsi e di non dare loro cibo. Il primo cittadino di Rionero Sannitico (Isernia), Arnaldo Rossi, che ha avvisato i Carabinieri Forestale, ha chiesto ai concittadini di prestare attenzione e di non avvicinarsi agli animali, segnalando comunque eventuali avvistamenti. La zona, al confine fra Abruzzo e Molise, vicino a Castel di Sangro (L’Aquila), è la stessa dove nel gennaio 2023 fu investito e ucciso l’orso Juan Carrito, figlio di Amarena; la povera orsa, uno dei simboli del Parco nazionale d’Abruzzo, fu poi uccisa a fucilate il 31 agosto dello stesso anno a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). Il prossimo 26 settembre, in Tribunale ad Avezzano si deciderà se fissare o meno il giudizio per Andrea L., 57enne del posto accusato di uccisione di animale e di aver agito con l’aggravante della crudeltà. Il giudice pre dibattimentale ha ammesso la costituzione di parte civile di 48 tra enti e associazioni.
MAMMA LUPA BRACCATA PER UNA FOTOGRAFIA
Foto scattate a distanza, ma pur sempre inopportune se in presenza di cuccioli. Non usa mezzi termini il Pnalm che, usando gli stessi social dove fotografi, professioinisti e non, fanno a gara a pubblicare immagini di lupi e orsi, biasima questi comportamenti definendoli irresponsabili. “La totale mancanza di scrupoli da parte di chi si rende protagonista di queste azioni è il sintomo più chiaro e inequivocabile di quanto l’antropocentrismo e l’egoismo influenzino fortemente le azioni di molti, anche di chi si professa amante e paladino della natura, ma che evidentemente continua a rifuggire qualsiasi tipo di responsabilità e consapevolezza”. Il riferimento è in particolare agli scatti che immortalano una lupa con cucciolata al seguito. “Nonostante in molti si dichiarino amanti della natura e profondamente appassionati – scrive il Parco – osserviamo sconsolati come sempre più spesso, nei momenti in cui davvero conta dimostrarlo, sono in pochi a fare la scelta giusta. Invece, purtroppo anche stavolta è partita la corsa alla pubblicazione delle foto sui social, corredate, spesso, dalla solita dicitura: ‘Scattata a distanza per non disturbare’, come se bastasse a giustificare la presenza”.
Su 24zampe: L’animale più pericoloso? La zanzara, fa 700mila vittime l’anno