Carni e derivati animali più sostenibili e sani grazie alla genomica

Carni e derivati animali più sostenibili grazie alla genomica: in futuro infatti con il sequenziamento del Dna dei capi di bestiame e il confronto delle sequenze (pangenoma) si potranno identificare geni che migliorano la produzione di latte, riducono la suscettibilità a malattie negli allevamenti, consentono la selezione di animali che hanno un’impronta ecologica minore, ad esempio, quelli cui servono meno risorse per crescere o che producono meno emissioni di gas serra. È quanto spiegato in occasione della prima Summer school sul pangenoma di capi dall’allevamento in corso all’Università Cattolica di Piacenza, “il primo corso sul pangenoma animale ideato e realizzato in Europa”, spiega Paolo Ajmone Marsan, ordinario di Miglioramento genetico animale, direttore della Scuola di dottorato Agrisystem e del Crei, il Centro di ricerca Romeo ed Enrica Invernizzi per le produzioni lattiero-casearie sostenibili.

SPECIE RARE PROTETTE E CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITA’

Lo studio comparato del genoma animale consentirà anche dalla conservazione della biodiversità alla protezione delle specie rare. Il pangenoma animale consiste nella messa a punto di un dataset di dati genomici di capi della stessa specie per confrontarne il genoma, stabilire il ‘core genome’ comune a tutti gli esemplari della stessa specie e il genoma accessorio, intere regioni di Dna e varianti genetiche più o meno rare di interesse e presenti solo in uno o pochi capi di bestiame. Il corso insegnerà “come costruire e utilizzare un pangenoma, ed esplorare le sue potenziali applicazioni future che possono aprire nuove opportunità di ricerca”. Il pangenoma, dunque, si costruisce sequenziando il Dna di più capi della stessa specie per poi confrontare parti comuni e diverse da capo a capo, sfrutta le più moderne tecniche di sequenziamento e si basa su strumenti bioinformatici avanzati, capacità di calcolo elevata e competenze specializzate in genomica e bioinformatica. “Ci sono tantissime varianti strutturali, cioè interi pezzi di genoma presenti in un animale e non in un altro”, sottolinea Ajmone Marsan. La disponibilità di un pangenoma offre diversi vantaggi. “Per esempio possiamo utilizzare nuovi marcatori finora rimasti nascosti per studiare malattie genetiche, caratteri di interesse zootecnico ed economico, come l’adattamento ai cambiamenti climatici o alla resistenza alle malattie. Questo permette di poter selezionare gli animali migliori”, conclude. (Ansa)

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    Sono molto entusiasta delle potenzialità della genomica nel settore della produzione animale. Utilizzare queste tecnologie per ottenere carni più sane e sostenibili è una grande vittoria sia per i consumatori che per l’ambiente. Speriamo che queste innovazioni continuino a svilupparsi e a essere adottate su larga scala, promuovendo un futuro alimentare più verde e salutare.

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