Parte dalla Toscana, a Orbetello, la nuova emergenza cormorani per la pesca, un problema che riguarda diverse parti d’Italia dove ci sono stagni, laghi e lagune, dalla Sardegna alla Puglia al Piemonte. Colpa di una presenza eccessiva di questo uccello acquatico, che ha portato ad una situazione insostenibile divorando orate, spigole e muggine. Dotato di un’ottima vista, il cormorano può vivere fino a 24 anni, mangia fino a 10 chili di pesce al mese, lasciando tra l’altro pesci feriti nell’attività predatoria con il rischio della diffusione di malattie e parassiti.Paradossale la situazione dell’anguilla tipico prodotto di laguna ad Orbetello, racconta Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana; “è una specie protetta e per sei mesi all’anno non può essere pescata, ma viene divorata tutto l’anno dai cormorani”. I numeri relativi alla Toscana parlavano di 3mila esemplari di cormorani nel 2018 nell’area della laguna, ma per Fedagripesca oggi sarebbero molti di più anche per le temperature sempre più elevate. “Ci tuteliamo come possiamo – fa sapere Pierluigi Piro, presidente dei pescatori di Orbetello – utilizzando reti anti-cormorano (cosa non facile visto che la laguna è di 27 chilometri quadrati) e dissuasori, ma non basta, i danni ci sono”.
UNA EMERGENZA CHE SI SOMMA AD ALTRE: GRANCHI BLU, DELFINI, GABBIANI
I numeri parlano chiaro: si seminano in media 550mila piccole orate all’anno, con il 30% del fatturato che andrà in fumo. Un problema che si somma all’emergenza del granchio blu, altro predatore della laguna. A risentire dell’invasione dei cormorani è anche la pesca sportiva, come nel lago di Pagno in provincia di Cuneo. Qui, spiega Fedagripesca, il cormorano è una specie protetta e poco potrà fare il piano di contenimento quinquennale predisposto dalla Provincia. Secondo i censimenti del 2019 e 2020, gli oltre 400 esemplari che svernano nella stagione fredda in primavera diventano 1.100 alla schiusa delle uova. Le azioni di contenimento sono però limitate ai tratti di fiume dove occorre tutelare le specie autoctone di trote e pesci locali. Sempre in Piemonte, allarme analogo per il lago di Viverone nel biellese. La Sardegna è doppiamente colpita, con granchi blu e cormorani nelle acque più interne e delfini e gabbiani in mare aperto, che seguono i pescherecci per rubare il bottino. Stessa situazione in Puglia, dove i cormorani sono più che triplicati e da migratori sono diventati stanziali. Ma “non è solo una questione economica – rileva Fedagripesca-Confcooperative – perché a essere minacciato è l’intero ecosistema”. (Ansa)
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