E’ scappato dalla borsa nella quale lo trasportavano e si è rifugiato sotto il Tgv in partenza alla stazione di Montparnasse. Minuti di terrore, con le padrone – Georgia e la figlia Melaina – che supplicano il personale di ritardare il treno e salvare il loro gattino Neko, di 4 anni. Niente da fare. Fra urla e lacrime, lo hanno visto morire travolto dal convoglio e oggi accusano le ferrovie: “Il treno lo ha tagliato in due, è stata un’esecuzione”. La Sncf si giustifica: “Motivi di sicurezza”. Rivelata da Le Parisien, la storia – risalente all’inizio di gennaio – è diventata subito molto popolare in Francia e le due padrone, madre e figlia che erano in partenza da Parigi, sono diventate protagoniste sui media. Dal 2 gennaio, quando erano in partenza da Parigi dirette a Bordeaux, l’immagine del loro gatto ucciso sui binari non le fa dormire. Neko era scappato dalla borsa in cui lo trasportavano, ma alla partenza del treno – sotto il quale si era nascosto per non essere ripreso – mancavano ancora 20 minuti: “Ho gridato, sono stata presa dal panico, chiedevo a tutti – racconta Melaina, 15 anni – poi il nostro gatto è stato ucciso”. Con la madre, Georgia, cercano risposte dalla Sncf, le ferrovie francesi, che hanno ammesso “un caso tragico”: “Siamo molto dispiaciuti per l’accaduto – hanno fatto sapere – siamo colpiti da questo episodio molto triste”.
LE SNCF: TROPPO PERICOLOSO SCENDERE SUI BINARI
Georgin, per 20 minuti, le aveva provate tutte con il conducente, invano: “Ci ha risposto ‘ma è solo un gatto, vedrete che quando il treno parte lui scappa’”. Il personale della Sncf ha impedito alle due proprietarie di scendere sul binario parallelo, dove non c’erano treni, per afferrare l’animale: “E’ estremamente pericolo scendere sui binari, ci passa l’elettricità – si è spiegata poi la società delle ferrovie – e poi ci sono altri treni che possono passare, si può cadere e ci si può fare male. Era il giorno dopo Capodanno, la stazione era piena per il rientro dalle vacanze e non potevamo bloccare la circolazione come niente fosse”. “Neko mi ha guardato un’ultima volta – racconta Melaina ricordando la partenza lenta del treno – poi l’ho perso di vista”. La scena seguente era quella del corpo dell’animale diviso in due, gli arti separati, sangue sui binari. I dipendenti della Sncf hanno proposto alle due padrone di recuperare il corpo in una borsa di plastica, ma le padrone hanno rifiutato: “Figuriamoci se mi portavo quella borsa con il corpo fino a Bordeaux”, ha commentato Melaina. Che chiede “giustizia”: “Abbiamo dovuto pagare il biglietto per Neko, era un passeggero. Hanno rifiutato di salvare un passeggero”. Unica “concessione”, le ferrovie hanno offerto gratuitamente alla madre e alla figlia un biglietto per il treno seguente diretto a Bordeaux. (Ansa)
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