Liguria, cavalli selvaggi “da trasferire”. Gli animalisti: nessuna deportazione

AGGIORNAMENTO DELLE 22.10 – SALVI I CAVALLI DELLA VAL D’AVETO: TORNERANNO LIBERI

“E’ ufficiale, i sette cavalli dell’Aveto che erano stati catturati e rinchiusi in un recinto a Borzonasca (Ge) torneranno liberi nelle loro terre, dove hanno sempre vissuto, e potranno ricongiungersi ai loro branchi”. Lo fa sapere in tarda sera Meta Parma, l’associazione animalista che insieme a Michela Vittoria Brambilla si è battuta per tutelare i cavalli selvaggi della Val d’Aveto. Il presidente della Liguria Giovanni Toti, al termine della riunione tenuta in Regione, ha comunicato che i sette cavalli saranno riaccompagnati a breve in quota nel parco dell’Aveto,  sopra i mille metri, affinché si ricongiungano ai loro branchi. Al contempo, spiega una nota, hanno deciso di lavorare per varare un provvedimento entro metà dicembre che possa gestire la popolazione di cavalli dell’Aveto, per tutelarli e allo stesso tempo  assicurare sicurezza ai cittadini, valorizzando la biodiversità del territorio. Verrà finalmente riconosciuta anche a livello legislativo la “popolazione rinselvatichita” di cavalli, salvaguardandoli in tal modo da maltrattamenti, bracconaggio e macellazioni clandestine. Meta Parma commenta:”È finalmente arrivata la bellissima notizia che tutti aspettavamo, siamo davvero felici che la situazione si sia risolta e ora Sole e gli altri cavalli potranno tornare dove hanno sempre vissuto. Nel corso degli anni la popolazione di cavalli selvaggi dell’Aveto aveva spesso subito attacchi, e finalmente potrà essere loro garantita la giusta tutela. La proposta della Brambilla, liberarli, tutelarli e realizzare uno sbarramento ecologico che impedisca agli animali di scendere troppo a ridosso delle frazioni più abitate, è stata accettata. Del resto era l’unica soluzione in grado di risolvere qualsiasi situazione senza creare danno a nessuno, nè alle persone nè ai cavalli. La stessa soluzione era stata infatti proposta anche da Valerio Vassallo, presidente di Meta Italia, che commenta:”Siamo contenti che le nostre istanze siano state ascoltate, e questa è la dimostrazione che proponendo soluzioni oltre alle proteste, si può davvero riuscire a cambiare le cose. Ci auguriamo che possa accadere anche in futuro, perchè c’è sempre una soluzione per risolvere i problemi rispettando nello stesso tempo gli animali e il nostro pianeta, ed è questa la strada da seguire”.

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POST DELLE 20.20

I cavalli selvaggi dell’Appennino ligure sarebbero pronti a essere trasferiti. E’ per questo che sarebbero stati radunati i 7 cavalli selvaggi della Val D’Aveto, ritrovati chiusi all’interno di una recinzione, circostanza che aveva fatto scattare l’allarme di alcune associazioni animaliste della zona. Il timore era che gli esemplari fossero stati imprigionati destinazione macello. Ma il sindaco di Borzonasca, Giuseppino Maschio, svela l’arcano che da venerdì scorso tiene banco nell’entroterra di Levante della provincia di Genova: “Ma quale macello, abbiamo ricevuto la disponibilità di un allevatore per trasferire i cavalli in libertà in alcuni terreni montani tra le province di Savona e Imperia, in modo da spostare gli esemplari che stazionano a valle lungo le strade e che rischiano di essere pericolosi per la pubblica incolumità”. Ma gli animalisti restano contrari. Nei giorni scorsi anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti aveva dovuto prendere la parola, dopo “i tanti che mi hanno scritto preoccupati: i cavalli sono stati recintati in sicurezza in una zona erbosa nel comune di Borzonasca, con acqua e fieno in abbondanza come concordato con tutti i soggetti interessati. Sono anche presidiati costantemente. Maltrattare i cavalli, portarli al macello o sfruttarli non è nella volontà di nessuno tanto meno la mia”. Tra “i tanti” anche la collega di coalizione Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente: “Devono essere garantiti la libertà e il benessere dei cavalli selvaggi dell’Aveto e il modo migliore per farlo, e per ridurre al minimo interferenze con le attività umane, è riportare nel loro ambiente gli animali catturati e ora rinchiusi in un recinto”.

L’ORIGINE DELLA MANDRIA SELVAGGIA DELLA LIGURIA

La presenza dei cavalli selvaggi nella zona del lago di Giacopiane, nel comune di Borzonasca, risale ai primi anni ’90, quando alcuni allevatori della Val d’Aveto hanno iniziato a mandare d’estate i cavalli nelle praterie tra i ruscelli alle pendici del monte Aiona. A fine stagione li riprendevano e li riportavano nelle aziende. Ovviamente a fine stagione non tutti i cavalli riuscivano ad essere recuperati, situazione che si aggravò con la morte di uno di questi allevatori, dopo la quale rimasero in valle una decina di questi esemplari”. Da lì è iniziata la proliferazione: “Ci sono stalloni e giumente – spiega Maschio -, il numero è cresciuto e siamo arrivati a 120-150 capi di bestiame. Nei primi anni rimanevano in altura, col passare del tempo alcuni hanno cominciato a scendere in basso” e a a pascolare, di preferenza, vicino alle strade carrabili. Non si sa bene perchè. “Tanto che li troviamo sulla strada 586 della Val D’Aveto, spesso si incontrano salendo lungo la strada, hanno anche creato nel tempo degli incidenti” e per alcuni “è stato necessario abbatterli”. “In accordo con la Regione – specifica il sindaco -, abbiamo pensato di cercare di levare questi cavalli che stanno nei pressi della strada, sono una decina non un numero elevato, fortunatamente la maggior parte resta in altura”. Abbiamo trovato un’azienda agricola che è disposta a prenderli, cosa non facile perché non si possono ovviamente vendere, non hanno un valore commerciale, sono animali d’affezione. Abbiamo trovato questa disponibilità, un allevatore che ha dei terreni nell’entroterra di Savona e Imperia, in montagna, e li potrebbe lasciare liberi su queste montagne”. Il Comune si è quindi organizzato con gli enti preposti.

ANIMALISTI IN SUBBUGLIO: NESSUNA DEPORTAZIONE

Non che questo abbia tranquillizzato gli animalisti. Per Brambilla “non ci può essere alcuna deportazione, men che meno in luoghi dove i cavalli potrebbero essere sfruttati o addirittura macellati. I cavalli selvaggi dell’Aveto vanno riconosciuti e tutelati quale patrimonio della Regione”. Anche per Meta Parma “dovranno rimanere liberi nella loro terra, sono una risorsa non un problema, e dovranno finalmente essere protetti e tutelati per sempre, affinchè tutto questo non accada mai più”. Intanto il sindaco spiega che i cavalli “scesi nelle settimane scorse in paese, li abbiamo portati in un recinto predisposto allo scopo, autorizzato dalla Asl, su un terreno del comune dove poter poi fare i prelievi per vedere intanto se sono sani, poi per dotarli di microchip, cosa che è stata fatta mercoledì scorso. Sono venuti i veterinari della Asl, hanno fatto i prelievi e messo i chip intestati al comune in attesa che, verificato siano sani e con i passaporti pronti, possano essere trasferiti in questa località”. Poi il ritrovamento nel recinto e l’allarme per le sorti degli esemplari. “Le associazioni animaliste – sottolinea il sindaco – non vogliono siano tolti da Borzonasca, solo che nessuno dà un’alternativa: li lasciamo lungo le strade, nei paesi? Abbiamo solo pensato di togliere questi che sono pericolosi per la pubblica incolumità. L’arcano è nato dal fatto che questi cavalli li spostiamo, poi è venuto fuori che li mandiamo al macello. Ma non c’è niente di vero. Noi abbiamo fatto tutto secondo le regole”.

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