Marmolada: 6 morti, feriti e 16-18 dispersi per una valanga di ghiaccio

AGGIORNAMENTO DEL 5 LUGLIO 2022 -FUGATTI: “RICERCHE A OLTRANZA”. APPENA POSSIBILE ANCHE CON I CANI SPECIALIZZATI
Le operazioni di ricerca dei dispersi in seguito al distacco del seracco della Marmolada non sono mai state interrotte e proseguiranno ad oltranza. Lo ha confermato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, affiancato dal sindaco di Canazei Giovanni Bernardi, dopo la riunione tecnica con le donne e gli uomini della Protezione civile trentina e nazionale e le forze dell’ordine. Il presidente, riferisce una nota, nell’esprimere il cordoglio di tutto il Trentino ai familiari delle vittime e dei dispersi, ha precisato che una delle quattro persone identificate risiedeva in Trentino e tre in Veneto. Altri due corpi sono in fase di riconoscimento (si attende la conferma dalle autorità consolari), mentre rispetto all’ultima vittima sono in corso i necessari accertamenti. “Per quanto riguarda le attività di ricerca, nella giornata di domani le ricerche proseguiranno con l’ausilio dei droni. Appena le condizioni lo consentiranno, saranno attivate anche le ricerche via terra, assicurando la necessaria sicurezza del personale coinvolto. Non lasceremo nulla di intentato” ha dichiarato il presidente Fugatti. Il presidente nazionale del Soccorso alpino e speleologico Maurizio Dellantonio ha specificato che le operazioni via terra partiranno presumibilmente nella giornata di giovedì nella parte a valle del distacco: “Il ghiaccio si sta sciogliendo e rimane ora in superficie una coltre di terra e sassi. Grazie all’intervento degli operatori via terra e con l’eventuale ausilio di cani specializzati, si cercheranno dunque nuovi reperti”. Al fine di garantire l’incolumità degli operatori sul campo, il personale della Protezione civile del Trentino ha portato nella parte superiore della montagna interferometri e radar doppler, ossia speciali apparecchiature di monitoraggio che misurano i movimenti della parete ghiacciata. “La strumentazione lancia un allarme per consentire agli operatori di mettersi al sicuro in caso di pericolo” ha concluso il direttore dell’Ufficio previsioni e pianificazione, Mauro Gaddo. (Adnkronos)
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AGGIORNAMENTO DEL 4 LUGLIO 2022 – DIFFICILE OPERARE IN SICUREZZA, FORSE NON SARANNO RECUPERATE TUTTE LE VITTIME
Il bilancio, ancora provvisiorio, della tragedia di domenica pomeriggio sulla Marmolada è di sette vittime e otto feriti, due dei quali in maniera grave. Mancano all’appello altre 13 persone, di cui tre straniere. “Un fiume di ghiaccio, sassi e rocce” che non hanno lasciato scampo e che “rende difficile ora operare in sicurezza” dice Walter Cainelli, presidente del Soccorso alpino Trentino e tra i primi ad arrivare ieri sulla Marmolada per un allarme scattato come “valanga” ma che ha preso presto le dimensioni della tragedia: la neve può creare bolle d’aria, i massi e il ghiaccio sono invece un tritacarne. “Ci siamo messi a lavoro chiedendo l’aiuto di tutti i Corpi, hanno iniziato a sorvolare la zona fino a dieci elicotteri, ma solo più tardi abbiamo capito davvero la portata delle persone coinvolte”, spiega all’Adnkronos. “Abbiamo recuperato subito morti e feriti in superficie, poi abbiamo perlustrato con la vista e l’udito, quindi sono entrati in azione sette unità cinofile e una sorta di sonar che riesce a captare gli strumenti elettronici che rimandano segnali (i cellulari) anche se sepolti. Alcune delle vittime erano in cordata ma seguendo la corda abbiamo anche recuperato chi era più in basso ed è stato travolto dagli escursionisti”, dice l’esperto che anche oggi non smette di lavorare. “Solo quando è stato attivato il numero per segnalare i dispersi abbiamo davvero capito quale potrebbe essere la cifra definitiva di vittime. Sarà difficile recuperarle perché farlo mette in pericolo i soccorritori; l’unico modo è sorvolare l’area con dei droni e con gli elicotteri calarsi dall’alto e tentare il recupero dei resti”.
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POST DEL 3 LUGLIO 2022
Un enorme seracco si è staccato dalla Marmolada, la Regina delle Dolomiti al confine tra il Trentino e il Veneto, precipitando a valle a 300 km/h, travolgendo le cordate impegnate nella salita e uccidendo almeno sei alpinisti e ferendone molti altri, almeno nove, di cui due in modo grave. Un bilancio che potrebbe aggravarsi ancora: il Soccorso Alpino, che ha evacuato diciotto persone e chiuso il ghiacciaio per il rischio di altri crolli, sta cercando di capire se e quanti manchino ancora all’appello. A tarda sera si sono stimati 16-18 i dispersi e sarebbero 16 auto rimaste posteggiate nei pressi della partenza. Subito dopo le prime notizie che giungevano dalla cima della montagna, si sono attivate tutte le stazioni del soccorso alpino della zona, almeno cinque elicotteri e le unità cinofile, che hanno operato fino a quando anche i soccorritori sono stati evacuati per l’elevato pericolo di ulteriori distacchi. Domattina riprenderanno le ricerche, intanto i droni a infrarossi continuano a cercare persone vive.

TEMPERATURE MOLTO ALTE IN QUOTA
Nella zona, oggi è stata registrata la temperatura record di 10,3 gradi, con la minima che la scorsa notte è rimasta sempre sopra i 5 gradi. Lo zero termico è oltre i 4mila metri. Il distacco è avvenuto intorno all’ora di pranzo nei pressi di Punta Rocca, lungo l’itinerario di salita della via normale, e ha travolto diverse cordate di escursionisti – italiani e stranieri secondo quanto si apprende – che stavano raggiungendo la vetta con i ramponi. (Post aggiornato alle 23.20 con i numeri dei dispersi forniti dal Tg1, immagine d’archivio)