Happy non è felice. E di certo non lo sono gli animalisti del Nonhuman Rights Project, l’organizzazione che negli ultimi quattro anni si è battuta in tribunale per far riconoscere alla 50enne femmina di elefante lo status di persona e ottenerne la liberazione dallo zoo del Bronx dove il pachiderma è “ospite” dal 1977. L’ong aveva invocato l’habeas corpus (“che abbia corpo”) per applicare a Happy un diritto fondamentale per un essere umano: il diritto alla libertà individuale contro l’azione arbitraria dello Stato. Dopo anni di schermaglie legali, la Corte d’Appello di New York ha deciso a maggioranza che, pur essendo Happy e tutti gli altri elefanti “esseri intelligenti che meritano cura e compassione”, non possono tuttavia essere considerati persone e non sono dunque incarcerati illegalmente nello zoo. Con la sentenza, la Corte ha convalidato una decisione di un tribunale di livello inferiore che aveva già respinto la richiesta di Nonhuman di trasferire Happy in un’oasi faunistica dove l’elefante avrebbe potuto muoversi più liberamente rispetto al recinto in cui è rimasta rinchiusa per quasi tutta la sua lunga vita.
NATA LIBERA IN ASIA, DA 49 ANNI VIVE IN UNO ZOO
Nonhuman Rights Project è una non-profit che si batte, finora senza successo, per far riconoscere lo status di “persone legali” ad almeno alcune specie animali tra cui, oltre gli elefanti, gli scimpanze’. Nel caso di Happy il più grande zoo di New York aveva resistito, sostenendo che l’elefante non era rinchiusa illegalmente e che il suo staff le dedica da anni la cura “che un magnifico animale come lei si merita”. Nata in libertà in Asia, portata a un anno negli Usa e battezzata con il nome di uno dei nani di Biancaneve – in italiano sarebbe Gongolo – Happy è trattata con compassione, ha affermato lo zoo, ha contatto con altri elefanti e uno stretto rapporto con le sue interfaccia umane: “Allo Zoo del Bronx pensiamo a quel che è meglio per Happy, non in termini generici, ma come un individuo con una personalità unica e distinta”, ha detto l’organizzazione. La sentenza della Corte d’Appello è stata di 5 voti a favore e 2 contrari. Nonhuman ha elogiato i giudici Jenny Rivera e Rowan D. Wilson che hanno espresso il parere di minoranza: “Se la maggioranza ci ha deluso, vediamo nei due dissensi un segno importante di speranza per un futuro in cui gli elefanti non debbano più soffrire come è capitato a Happy e dove i diritti dei non umani siano protetti alla pari di quelli degli umani”.
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