Convocato dai carabinieri di Chiusi (Siena) in caserma un allevatore, Mario M., 75 anni, che nell’ottobre scorso annunciò di voler mettere una taglia da 3mila euro come ricompensa a chi gli portasse un esemplare di lupo. Lunedì 24 gennaio, riferisce Fedagripesca – Confcooperative Toscana, dovrà comparire di fronte al maresciallo del Corpo Forestale di Chiusi, a causa di una denuncia per istigazione a delinquere che gli venne fatta contro proprio a seguito di quell’annuncio. L’allevatore, ricostruisce l’associazione di categoria, intanto rischia di perdere il lavoro di una vita: negli ultimi 10 anni è stato prima costretto a chiudere l’allevamento di pecore di famiglia dopo che erano state uccise da continui assalti di lupi nella zona di Palazzone ai San Casciano Bagni (Siena), ora rischia di perdere pure il secondo, un allevamento di bovini.
“TREMILA EURO A CHI MI CATTURA UN LUPO? MA ERA UNA PROVOCAZIONE…”
“A fine ottobre – racconta lo stesso allevatore – ho dichiarato alla stampa che avrei dato una ricompensa di 3mila euro a chi avesse catturato un lupo. Si trattava soltanto di una provocazione, invece mi sono ritrovato con una denuncia penale. Il mio obiettivo era riportare la questione all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, perché non è possibile avere ogni anno una perdita del 15 o 20 per cento dei nuovi nati perché mangiati da un lupo”. “Nel 2013 abbiamo chiuso il primo allevamento – prosegue – perché i lupi avevano eliminato anche le ultime 70 pecore rimaste, e siamo andati avanti soltanto con quello di chianina. Nel 2015, invece, ci siamo accorti della prima uccisione di una nostra vacca. Ecco, da quel giorno a oggi abbiamo perso, ufficialmente, 24 vitelli e tre vacche, oltre a tutti quelli che sono spariti. Solo nel 2021, ad esempio, sono stati 12 i vitelli che non abbiamo più ritrovato”.
“SERVONO ABBATTIMENTI MIRATI E RISARCIMENTI CONGRUI”
Così, esasperato dagli attacchi di lupi, ha annunciato la ‘taglia’. “Un tempo – spiega ancora Mario M. – venivamo ascoltati. C’era dialogo con la Regione e io stesso sono stati invitato a qualche incontro con funzionari ed esperti del settore, mentre quello che percepisco adesso è assoluta indifferenza. Il lupo è protetto dalla direttiva ‘habitat’ alla quale, però, diversi Paesi europei hanno concesso deroghe per venire incontro agli allevatori. Io ho provato a riportare l’attenzione su questo problema, seppur con una provocazione, e ne ho risposto personalmente. La verità è che non è più possibile sostenere danni economici così rilevanti”. “Due misure che suggeriamo – conclude – sono prima di tutto rendere compatibile, come succede altrove, la popolazione di questi animali con le attività economiche presenti, procedendo con abbattimenti mirati e controllati. Poi, in caso di danno, servirebbero risarcimenti, e non indennizzi, congrui e nei tempi più rapidi possibile”. (Ansa)