Sono accusate anche di disastro ambientale aggravato dal reato associativo le 17 persone arrestate dalla Guardia Costiera di Taranto che avevano messo in piedi un giro d’affari di circa 4,5 milioni di euro legato al traffico di oloturie (i cosiddetti cetrioli di mare), di cui è vietata la pesca in quanto specie marina protetta. La raccolta abusiva è causa di gravi ed irreparabili danni per l’ambiente, di diminuzione della biodiversità e alterazione degli equilibri ecologici. All’alba di oggi è scattata infatti la maxi operazione denominata “Kalimera” che ha visto impegnati più di cento uomini e donne della Guardia Costiera alle dipendenze della Direzione Marittima di Bari, con lo spiegamento di 34 autopattuglie e di un elicottero.
LE OLOTURIE DESTINATE SOPRATTUTTO AL MERCATO ASIATICO
I militari hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Taranto, su richiesta del pm Mariano Buccoliero, a carico di pescatori di frodo, commercianti e intermediari. L’indagine, supportata da intercettazioni e attività di appostamento e pedinamento, ha portato alla luce l’esistenza di una presunta organizzazione criminale dedita all’attività di pesca illecita di oloturie, svolta prevalentemente nel Golfo di Taranto, e alla commercializzazione del prodotto soprattutto verso i paesi asiatici. (Ansa, foto ass. Marevivo)
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