AGGIORNAMENTO DEL 15 SETTEMBRE 2021 – SPERANZA: 120MILA DOSI DI VACCINO CONTRO LA LINGUA BLU
“Nelle ultime settimane in Sardegna è ripresa la circolazione del virus della Blue tongue negli allevamenti di ovini. Già nelle prime notifiche di focolai, la Regione in sinergia con il ministero e il Centro di referenza nazionale presso l’Istituto zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise ha incrementato le misure finalizzate ad effettuare una campagna di vaccinazione straordinaria, e si è concordato di procedere alla vaccinazione nelle zone a maggior rischio di diffusione con l’utilizzo di una scorta di 120mila dosi di vaccino. I servizi veterinari locali saranno supportati da 90 medici veterinari messi temporaneamente a disposizione dall’assessorato regionale all’Agricoltura”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza rispondendo al question time alla Camera dei deputati sull’immissione di medici veterinari in Sardegna per fronteggiare i focolai di febbre catarrale (Lingua blu) negli ovini. (Ansa)
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AGGIORNAMENTO DELLE 19.30 – SALGONO I FOCOLAI, ORA SONO 844: IN ARRIVO 2,5 MILIONI PER PAGARE I DANNI
Due milioni e mezzo di euro per ristorare i danni della Lingua blu: la Giunta regionale della Sardegna ha stanziato le prime risorse per venire incontro alle aziende ovicaprine colpite dalla diffusione del morbo. Lo ha annunciato l’assessora all’agricoltura Gabriella Murgia sentita in audizione dalle Commissioni Sanità e Attività produttive riunite in seduta congiunta. I fondi risarciranno gli allevatori per i capi morti e per la perdita di reddito. L’esponente della Giunta Solinas ha anche chiarito che la Regione non potrà acquistare prima di sei mesi i repellenti necessari per le disinfestazioni negli ovini: “Manca la base giuridica – ha spiegato – che ci consente di mettere a bilancio un’operazione di questo tipo”. La seduta è servita a fare chiarezza sui numeri: in Sardegna attualmente sono 844 i focolai di Lingua blu individuati, diffusi ormai a macchia di leopardo in tutto il territorio regionale con una netta prevalenza di quelli presenti nelle province di Oristano e Nuoro. Nei paesi del nuorese si sono registrati quasi la metà dei casi (401 su 844). Secondo i dati forniti dall’Istituto Zooprofilattico, il numero dei capi colpiti dal virus è pari a 268.701. Di questi 21.810 hanno manifestato sintomi clinici. Le pecore morte sono invece 1.704. Una situazione diversa rispetto alla prima epidemia di blue tongue registrata in Sardegna tra il 2001 e il 2003 che interessò centinaia di allevamenti con migliaia di capi abbattuti. (Ansa)
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POST DELLE 6.14
“Gli animali delle specie sensibili alla blue tongue potranno lasciare la Sardegna solo dopo l’esame della Pcr”. E’ quanto ha stabilito il ministero della Salute “in applicazione del principio di massima precauzione” visto il rapido diffondersi della Lingua blu (blue tongue) nell’Isola che ad oggi conta 723 focolai che interessano 234.993 capi, 20.431 dei quali presentano sintomi, mentre 1626 sono morti. La lingua blu, conosciuta anche come febbre catarrale degli ovini, è una malattia causata da un virus che colpisce ovini, caprini, bovini e ruminanti selvatici. Si trasmette con la puntura di un insetto – il Culicoides imicola – da animali malati a quelli sani e non è trasmissibile all’uomo. Per saperne di più, qui c’è una brochure dell’Izs-Sardegna. L’Isola secondo quanto stabilito dal Ministero “al momento è singola entità epidemiologica a rischio per l’elevata circolazione virale” dunque le movimentazioni verso il continente saranno effettuate “fermo restando il divieto di movimentazione dalle aziende sede di focolaio, previo esito negativo alla Pcr effettuata almeno 7 giorni dopo trattamento con insetto-repellente”.
GLI ALLEVATORI CHIEDERANNO UN CONTRIBUTO PER ABBATTERE I COSTI DELLE ANALISI
L’esame del Pcr era già obbligatorio nel resto del territorio sardo (Cagliari, Sud Sardegna, Oristano e Nuoro) soggetto a restrizione dopo il riscontro di un focolaio del sierotipo BTV3 della blue tongue che ha fatto scattare prima la circoscrizione della “zona infetta” in un raggio di 20 km dal focolaio e successivamente estesa a “zona di sorveglianza” per un raggio di 150 km, in quanto si tratta in quel caso di un sierotipo (a differenza del 4 che adesso interessa la nuova ondata) per il quale non sono disponibili vaccini. “In questo modo si aggravano le perdite ed i problemi causati dalla blue tongue – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – in quanto oltre che sui pastori adesso incide anche sugli allevatori di bovini del nord Sardegna che fino ad ora si erano salvati dal problema. Senza entrare nel merito delle decisioni che rispettiamo, avremmo auspicato una più celere comunicazione e informazione agli allevatori”. “Ci attiveremo anche per una richiesta di deroga alla Pcr per gli allevamenti del nord Sardegna ricadenti nelle zone in cui non è presente circolazione virale – anticipa il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Ermanno Mazzetti – oltre anche a chiedere alla Regione un contributo per abbattere i costi delle analisi che adesso gravano sull’allevatore: 25 euro a capo per singolo esame”.