Da oltre un anno in Puglia si segnalano avvistamenti di un esemplare di pantera nera. A febbraio dello scorso anno ci sono state varie segnalazioni in provincia di Foggia, con sconfinamenti nelle regioni vicine, poi più nulla fino a dicembre quando il grosso felino è stato visto prima in valle d’Itria, nel Brindisino, e nelle ultime settimane in modo insistente in provincia di Bari. Ogni segnalazione viene vagliata dai carabinieri forestali e dai medici veterinari della Asl e sul posto puntualmente arrivano i “cani molecolari” delle sezioni delle guardie zoofile. Pastori tedeschi addestrati nella ricerca di dna di animali. ”Stiamo coadiuvando le autorità e le forze dell’ordine in questa ricerca e ci stiamo adoperando da un anno. Siamo stati a Foggia, in Molise, in valle d’Itria e in questo periodo stiamo verificando gli avvistamenti nelle campagne della provincia di Bari”, dice Nicola, guardia di un nucleo zoofilo di una sezione provinciale. ”A differenza dei cani della Protezione civile che sono impiegati per la ricerca delle persone – spiega – i nostri cani molecolari sono addestrati per la ricerca di altri animali. Sollecitiamo nel cane l’istinto predatorio con la ricerca di odori o altre sostanze biologiche come urina, feci, saliva impregnate nel terriccio su cui l’animale ricercato è passato”.
“A GIUDICARE DALLE SEGNALAZIONI LE PANTERE POTREBBERO ESSERE DUE”
A giudicare dagli avvistamenti e dalle segnalazioni, in Puglia non è certo se la pantera sia una o ce ne siano addirittura due. ”Ma una presenza di entrambe nello stesso posto è da escludere – dice la guardia zoofila – parliamo di un animale di circa 50-60 kg. Le varie segnalazioni e i riscontri visivi di alcuni testimoni fanno pensare che in questo momento un grosso felino possa essere presente in provincia di Bari anche se manca una documentazione fotografica”. L’attività non si ferma. ”Non chiamiamola caccia – aggiunge la guardia zoofila – perché la ricerca della pantera è innanzitutto per la sua tutela. Dobbiamo arrivare prima che possa rintracciarla qualcuno con cattive intenzioni, ad esempio un bracconiere”. E, ovviamente, “c’è anche la componente della tutela pubblica” perché un animale del genere può rappresentare un pericolo per ciclisti, podisti o persone che frequentano le campagne. (Adnkronos)