Dopo la diffusione della notizia del divieto di tenere cani e gatti all’interno degli immobili del Vaticano – in base al regolamento condominiale attualmente in vigore -, alcuni difensori dei diritti degli animali hanno deciso di rivolgersi direttamente a Papa Francesco. L’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), attraverso la sua presidente nazionale, Carla Rocchi, ha scritto al Papa “per portare all’attenzione di Sua Santità questo problema che provoca la separazione obbligata da affetti cari, soprattutto in questo triste momento di pandemia”, scrive l’associazione in una nota. “La Sua sensibilità – scrive Carla Rocchi – e il nome che ha scelto per se’ ci rassicurano sul fatto che vorrà porre fine a questo anacronismo del passato che siamo certi non rifletta il Suo sentire e la profondità della Sua anima”.
PRESTO IL REGOLAMENTO POTREBBE ESSERE AGGIORNATO
Anche Animalisti Italiani, in vista di un possibile mutamento del regolamento vigente, si appella a Francesco “per l’abolizione di questa norma anacronistica e priva della pietas cristiana”. Secondo il sito del giornale romano Messaggero, il regolamento Apsa che riporta queste regole, vigenti “per centinaia di palazzi e appartamenti in diverse zone della città”, risale al 1976 e cita tra le detenzioni non ammesse anche “gli animali da cortile”. Sempre la stessa fonte riferisce che monsignor Nunzio Galantino, presidente Aspa, avrebbe già ricevuto incarico di aggiornare la gestione degli immobili vaticani e che dunque, presto, “non è escluso che anche il divieto di detenzione di cani e gatti venga rivisto”. (nella foto in alto un momento dello spettacolo di luci “Fiat lux: Illuminating Our Common Home” proiettato su San Pietro, a Roma)
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