Mutazione Covid-19, la Danimarca abbatterà 16 milioni di visoni


AGGIORNAMENTO DEL 6 NOVEMBRE 2020 – 214 INFETTATI IN DANIMARCA, 12 DAL CEPPO VIRALE MUTATO

In Danimarca, lo State Serum Institute, che si occupa di malattie infettive, ha trovato da giugno 214 persone infette da versioni del coronavirus legate ai visoni. Lo riferisce il Guardian. Finora però solo 12 persone sono state infettate con il ceppo mutato che ha spinto il Paese ad abbattere migliaia di animali. Il ceppo mutato è stato trovato in cinque allevamenti. (Ansa)

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AGGIORNAMENTI DEL 5 NOVEMBRE 2020 IN CODA – “NON E’ TROPPO TARDI PER CONTENERE IL VIRUS MUTATO” – OMS –  DANNI PER 800 MILIONI $

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POST DEL 4 NOVEMBRE 2020

Dopo un’epidemia, la Danimarca ha trovato un nuovo ceppo di Covid-19 in un allevamento di visoni per la produzione di pellicce. E così tutti i circa 16 milioni di visoni allevati sul territorio saranno abbattuti a causa della mutazione del Covid-19 già trasmessa a 12 persone, che minaccia l’efficacia di un futuro vaccino per l’uomo. Lo ha annunciato la premier Mette Frederiksen. “Il virus mutato tramite il visone può creare il rischio che il futuro vaccino non funzioni come dovrebbe. È necessario macellarli tutti”, ovvero da 15 a 17 milioni di animali, secondo le autorità, ha detto Frederiksen in conferenza stampa. Casi di Covid-19 sono stati trovati in 217 su 1.139 allevamenti di visoni danesi e la Danimarca – forse il primo produttore mondiale – ha già abbattuto migliaia di animali dall’inizio dell’epidemia. Il ministro della Salute Magnus Heunicke ha anche detto che circa metà dei 783 casi di coronavirus tra gli umani nel nord della Danimarca sono riconducibili agli allevamenti. Per l’Ente Nazionale Protezione Animali “è un vero e proprio orrore, uno sterminio annunciato che dovrebbe far riflettere tutti gli Stati europei sulla necessità impellente di dire stop agli allevamenti di animali da pellicce”. Intanto in Danimarca il business è morto. Secondo il presidente dell’associazione degli agricoltori locali “si tratta di una chiusura de facto dell’industria. Gli agricoltori non potranno ricominciare la produzione”, scrive in un tweet Britta Riis, direttrice di Animal Welfare Denmark. La Lega Antivisezione rilancia il problema italiano, “dopo la positività al Sars-CoV-2 in almeno due campioni – prelevati nel mese di agosto – dei visoni di un allevamento italiano”.

LAV CHIEDE AL GOVERNO DI TESTARE I VISONI NEGLI 8 ALLEVAMENTI ITALIANI

Lav ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al Comitato Tecnico Scientifico, rinnovando la richiesta (già avanzata anche a maggio e settembre) della “necessità di svolgere test diagnostici nei visoni di tutti gli 8 allevamenti italiani, per verificare l’entità di un eventuale diffusione del virus, nonché la necessità di giungere alla definitiva chiusura di questi allevamenti che, come dimostrato dalle evidenze scientifiche, sono veri e propri serbatoi del coronavirus. In Italia invece, l’attuale metodologia di indagine epidemiologica voluta dal ministero della Salute è basata su evidenze scientifiche del mese di maggio e ormai superate (considerati gli oltre 250 focolai in allevamenti europei e per la maggior parte con animali asintomatici, gli almeno 200 casi di spillover visone-uomo documentati con sequenziamento del genoma del virus e almeno 6 milioni di animali abbattuti)”. Ma dopo tre lettere, l’allarme in tutta Europa e il lockdown “sembra che per il Governo e il Cts gli allevamenti di pellicce in Italia potranno continuare a rimanere aperti”. Altri paesi, prosegue Lav “sono già intervenuti adottando uno screening rigoroso” e Olanda e Francia hanno messo al bando queste attività.

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AGGIORNAMENTO DEL 5 NOVEMBRE 2020 – “NON E’ TROPPO TARDI PER CONTENERE IL VIRUS MUTATO”

Il direttore dello Statns Serum Institute, Kare Molbak, ha dichiarato che “non è troppo tardi per contenere il virus mutato”, ma come sottolineato al capo della polizia nazionale Thorkild Fogde l’eliminazione dei visoni va fatta “il prima possibile”. I dipendenti dell’Amministrazione veterinaria e alimentare e dell’Agenzia danese per la gestione delle emergenze, in equipaggiamento protettivo, hanno già iniziato ad abbattere i visoni a Gjol, nello Jutland settentrionale dove gli allevamenti di visoni sono stati i più duramente colpiti, tra i 1100 presenti sul territorio nazionale. Finora è stato scoperto che la mutazione del virus nei visoni si è trasmessa a 12 individui che hanno dimostrato di avere una reazione ridotta agli anticorpi, il che potrebbe significare che qualsiasi vaccino futuro non avrà l’effetto desiderato con “pesanti conseguenze negative per il mondo intero”, come sottolineato dal premier danese. “È una decisione che noi come governo – ha detto Frederiksen – prendiamo con il cuore pesante. Vorrei esprimere la mia vicinanza agli allevatori di visoni danesi. Molti di voi perdono il lavoro della vita”.

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AGGIORNAMENTO DEL 5 NOVEMBRE 2020 – OMS IN CONTATTO CON LE AUTORITA’ DANESI

“Siamo a conoscenza delle segnalazioni dalla Danimarca in merito a un certo numero di persone infettate con il coronavirus dai visoni, come alcune modifiche genetiche nel virus. Siamo in contatto con le autorità danesi per saperne di più”. Lo riferisce l’Oms in un tweet.

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AGGIORNAMENTO DEL 5 NOVEMBRE 2020 – UN DANNO ECONOMICO DA CIRCA 800 MILIONI DI DOLLARI

E’ iniziata senza esitazione la mattanza degli animali con i dipendenti dell’Amministrazione veterinaria e alimentare e dell’Agenzia danese per la gestione delle emergenze che – muniti di tute protettive e maschere antigas – hanno cominciato ad abbattere i visoni a Gjol, nello Jutland settentrionale. In quest’area ben 207 allevamenti sono stati infettati. Un numero enorme se si pensa che il mese scorso erano 41. I primi casi di SarsCov2 negli allevamenti della zona erano stati rilevati a metà giugno. Lo scorso primo ottobre le autorità danesi avevano deciso di eliminare tutti gli animali infetti e gli allevamenti nel raggio di 7,8 chilometri. Ma evidentemente non è bastato. Per 280mila persone che vivono nello Jutland sono scattate delle restrizioni speciali. La premier li ha “fortemente incoraggiati a non spostarsi per evitare la diffusione del virus” e al contempo ha ordinato la chiusura di bar e ristoranti dell’area. La presenza di questa mutazione trasmessa dai visoni all’uomo, è importante non solo per la Danimarca, rileva Herve Bercovier, professore di Microbiologia dell’università di Gerusalemme, ricordando che “casi di Covid-19 sono stati segnalati finora anche negli allevamenti di Olanda, Spagna, Usa e Svezia”. Con la consapevolezza che “il virus mutato può avere conseguenze devastanti in tutto il mondo” la premier Frederiksn ha preso una decisione che avrà conseguenze pesantissime per la Danimarca che è il secondo produttore mondiale di pellicce di visone dopo la Cina. La sola Kopenhagen Fur, una cooperativa di 1.500 allevatori danesi, rappresenta il 40% della produzione mondiale delle pellicce di questi esemplari. Secondo le stime di Copenaghen, l’abbattimento dei 17 milioni di visoni del Paese potrebbe costare fino a 5 miliardi di corone, quasi 800 milioni di dollari.