Il 19 agosto di 60 anni fa partiva la missione russa Sputnik 5, che ha ispirato il nome del vaccino russo anti-Covid. E’ stata la prima a riportare a Terra animali che avevano viaggiato nello spazio, aprendo la strada al primo volo spaziale umano, Vostok 1, con a bordo Yuri Gagarin che venne lanciato meno di otto mesi dopo. Lo Sputnik 5 portò nello spazio per 18 orbite complete due cani, Belka (scoiattolo) e Strelka (piccola freccia), 42 topi, 2 ratti, mosche e un gran numero di piante e di funghi, oltre a una telecamera che riprendeva le immagini dei cani. Una stazione radio a Bonn, in quella che allora era la Germania occidentale, è stata tra le prime a captare i segnali dalla navetta, che sono stati confermati sulla terza orbita della capsula da una stazione radio svedese.
GLI ANIMALI, IN ORBITA PER UN GIORNO SOLO, SONO TUTTI SOPRAVVISSUTI
La capsula è tornata sulla Terra il 20 agosto, il giorno successivo al lancio. La telemetria ha rivelato che un cane aveva subito convulsioni durante la quarta orbita e per questo è stato deciso di limitare il primo volo con equipaggio umano a tre orbite. Tutti gli animali sopravvissero alla missione e furono recuperati in sicurezza. Più fortunati di Laika – primo essere vivente in orbita -, che solo 3 anni prima a bordo dello Sputnik 2 non fece ritorno viva. Anzi, un anno dopo il volo Strelka ebbe dei cuccioli, uno dei quali Pushinka (Piuma) venne regalato alla First Lady degli Stati Uniti Jacqueline Kennedy. Le due cagnette, dopo la loro morte, sono state imbalsamate e conservate nel Museo dello spazio e dell’aeronautica di Mosca. (nella foto Wikipedia i due cani in un particolare del francobollo russo per i 50 anni dello Sputnik 5)