E’ stato rinviato a giudizio il poliziotto che a Napoli, il 12 luglio 2019, durante l’arresto di un pregiudicato di 25 anni, ha sparato al cane dell’uomo, uccidendolo. Lo rende noto Roberto Massimo, segretario generale di Napoli del Sindacato U.S.I.P (U.I.L). La vicenda divenne virale attraverso un video pubblicato sui social. “I poliziotti che spararono ad un pitbull, uccidendolo, durante la notifica di un provvedimento al padrone del cane agli arresti domiciliari, salvarono la vita ad un operatore di polizia coinvolto, aggredito dal cane stesso – sottolinea il sindacalista -. Fermo restando l’amore ed il rispetto che abbiamo per i nostri amici a 4 zampe, la necessità di uccidere l’animale fu motivata dall’esigenza del momento ed è condivisibile, poiché la tutela di un essere umano, di un cittadino o, come in questo caso, di un operatore di Polizia, si chiama legittima difesa. Il rinvio a giudizio del collega poliziotto, per quel che ci riguarda, ha poco senso ed immaginiamo sia semplicemente un atto dovuto, sicuri che la Magistratura accerterà la realtà dei fatti”.
ENPA: CI COSTITUIREMO PARTE CIVILE
L’Enpa, invece, si costituirà parte civile. La Protezione Animali “aveva attivato il suo ufficio legale per assumere ogni opportuna iniziativa sulla vicenda del cane ucciso durante un controllo di polizia, presentando denuncia e sollevando una serie di interrogativi sul caso. Tra i punti da chiarire, oltre ovviamente alla dinamica del fatto, cioè come e perché un agente di polizia avrebbe sparato, il perché una persona sottoposta agli arresti domiciliari detenesse un pitbull e perché si sia ritardato a chiamare i soccorsi”, scrivono gli animalisti. (foto Ansa)
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