Sardegna, sequestrato canile a Olbia: 500 cani nello spazio per 300

AGGIORNAMENTO DEL 5 GIUGNO 2020 IN CODA – LE ACCUSE DELLA PROCURA DI TEMPIO

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La Guardia di finanza di Olbia ha sequestrato il canile Europa e denunciato il presidente e il veterinario della onlus che gestisce la struttura per falso ideologico e detenzione di animali in condizioni di disagio. I militari, guidati dal colonnello Marco Salvagno e coordinati dal Comando provinciale di Sassari, sono intervenuti questa mattina su disposizione della Procura di Tempio, verificando le cattive condizioni in cui erano custoditi gli animali e mettendo i sigilli alla struttura che si trova in zona Castel di Pedres. Nel canile vengono ospitati 205 cani randagi “in uno stato incompatibile con la natura di animali domestici”: a fronte di una capienza massima di 300 esemplari, la struttura ne accoglie oltre 500 in condizioni igienico-sanitarie non adeguate e in box troppo piccoli. I reati contestati all’associazione di volontariato “Movimento per la Biodiversità” che gestisce il canile, sono falsità ideologica nei certificati emessi e maltrattamento di animali.

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NEL CANILE ANCHE FARMACI E CONFEZIONI DI PET FOOD OLTRE LA DATA DI SCADENZA

I finanzieri del Nucleo mobile del gruppo di Olbia, insieme alla Squadra cinofili e ai Baschi verdi e con l’ausilio della Sezione aerea della Gdf di Elmas, che ha sorvolato la zona per documentare lo stato dei box, stanno ora verificando se esistano gli estremi per contestare altri reati ai responsabili del canile, visto che nel canile sono stati rinvenute confezioni di cibo e diversi farmaci scaduti. In collaborazione con il servizio veterinario della Asl e con l’Ente nazionale protezione animali, i militari procederanno a controllare i microchip di tutti i cani e a una loro ricollocazione in altre strutture. Le indagini puntano anche a stabilire la posizione fiscale dell’associazione di volontariato e la regolarità dei dipendenti che lavorano nella struttura. (Ansa)

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AGGIORNAMENTO DEL 5 GIUGNO 2020 – LE ACCUSE DELLA PROCURA DI TEMPIO

Cani randagi di tutta l’isola confinati in un lager: maltrattati e malnutriti, lasciati morire e in alcuni casi uccisi senza informare il Comune di riferimento. Decessi mai registrati, carcasse smaltite in modo non conforme – una addirittura è stata ritrovata in una cella frigo – per percepire quanto previsto per convenzione col Comune proprietario. Sono le barbarie di cui la Procura di Tempio Pausania accusa la responsabile legale dell’associazione di volontariato che gestisce un canile a Olbia, in località Pedres, e un veterinario, direttore sanitario della struttura dove gli investigatori hanno accertato condizioni igienico-sanitarie pessime. Per le indagini dei finanzieri del gruppo di Olbia, che fanno capo al comando provinciale di Sassari, e dal comando provinciale delle guardie zoofile dell’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, nel canile olbiese sequestrato già nel 2019 si trovavano 619 animali: il doppio del previsto. Box inidonei, cibi per uomo scaduti, cure sanitarie approssimative, profilassi e vaccinazioni non fatte. Tutto per limitare i costi e distrarre i proventi delle convenzioni con 31 Comuni e due Unioni dei Comuni su tutto il territorio regionale. L’operazione “Cerebro” ha portato oggi alla notifica per gli indagati delle misure cautelari interdittive disposte dal gip Caterina Interlandi al temine delle indagini condotte dal procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, dal sostituto Nadia La Femina, e condotte dal capitano Carlo Lazzari, che coordina le fiamme gialle galluresi sotto l’egida del colonnello Giuseppe Cavallaro, comandante provinciale, e dal responsabile provinciale delle guardie zoofile, Giovanni Azara. Sopralluoghi coi veterinari dell’Università di Sassari, filmati, consulenze, perquisizioni e analisi documentali e contabili dell’associazione hanno consentito di far emergere i maltrattamenti e il sistema per truffare gli enti pubblici e non presentare dichiarazioni dei redditi Iva per quello che secondo le fiamme gialle è a tutti gli effetti un ente commerciale, non un’associazione di volontariato come dichiarato per partecipare a bandi pubblici, percepire contributi e fruire di un regime contabile e fiscale agevolato. Il canile è stato sequestrato, il veterinario interdetto dalla professione e dal contrarre con la pubblica amministrazione, come la presidente dell’associazione. Sequestrati anche beni di loro proprietà per 1 milione e 200mila euro. (Ansa)

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