E’ morta Vita, la femmina di beagle portata via nel 2012 con un blitz di animalisti dall’allevamento Green Hill di Montichiari (Brescia), dove i cani venivano allevati per essere destinati alla ricerca scientifica. La cagnolina è mancata per una malattia, dopo aver vissuto felicemente con la sua famiglia umana. La foto di Vita, all’epoca una cucciola, che veniva portata sopra il filo spinato dalle mani degli attivisti il 28 aprile, era diventata il simbolo della protesta animalista contro Green Hill. Dopo la vicenda il Parlamento approvò il divieto di allevare sul suolo italiano cani, gatti e primati da destinare ai laboratori. L’allevamento di Montichiari era poi stato chiuso nel 2012 dalla procura di Brescia per le condizioni in cui venivano tenuti gli animali. I due gestori e il veterinario della struttura erano stati condannati definitivamente nel 2017 per maltrattamento e uccisione di animali. Nel maggio scorso, invece, la Corte d’appello di Brescia ha confermato le dodici condanne, tra otto e dieci mesi, a carico del gruppo di animalisti che quel pomeriggio del 2012 fece irruzione nell’allevamento di Montichiari, portando fuori decine di animali tra cui la stessa Vita. A fine 2016 la multinazionale Marshall, proprietaria dell’allevamento, ha annunciato la vendita di Green Hill e l’abbandono dell’attività italiana.
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