Sono 97 gli attivisti del gruppo animalista “269 Libération Animale” denunciati dalla Digos della Questura di Torino per l’irruzione nel mattatoio comunale del capoluogo piemontese. Si tratta di 58 francesi, 21 italiani, 12 belgi, 5 svizzeri e un bulgaro che si definiscono antispecisti, cioè contro la discriminazione delle altre specie. Le accuse, a vario titolo, sono di invasione di terreni ed edifici, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale. La scorsa notte gli attivisti hanno fatto irruzione nell’edificio, scavalcando le mura perimetrali, e si sono incatenati lungo il corridoio in cui gli animali vengono spinti per andare al macello (foto sopra e sotto). Gli agenti della Digos e del reparto mobile, con la collaborazione dei vigili del fuoco, hanno sgomberato i locali e hanno tagliato le catene con delle tronchesi. L’azione è stata rivendicata con una lunga nota che spiega le motivazioni antispeciste e “politiche” del gesto, con allegate anche le immagini pubblicate.
UN GESTO “POLITICO” E ANTISPECISTA: “GLI ANIMALI SONO INDIVIDUI A PIENO TITOLO”
“Gli animali sono individui a pieno titolo – scrivono gli attivisti di 269 Libération Animale -, le nostre società li opprimono e li sfruttano senza alcun bisogno, e i macelli sono un collegamento essenziale e simbolico in questo sistema di oppressione: è qui che abbiamo bisogno di azione. Il confronto è necessario per politicizzare la lotta antispecista, non possiamo più essere soddisfatti della sensibilizzazione dei consumatori e della sensibilizzazione nelle piazze come unico campo di protesta, abbiamo deciso di opporci concretamente (e non solo simbolicamente) allo sfruttamento degli animali”. “L’organizzazione, dall’ottobre 2016, ha realizzato 14 blocchi di mattatoi, 5 azioni di liberazione e 2 occupazioni di sedi sociali, oltre che azioni contro i grandi gruppi dell’agroalimentare e il sindacato della carne Interbev”, conclude il comunicato.