Branco di cinghiali in autostrada: un morto e dieci feriti sull’A1

AGGIORNAMENTO DEL 4 GENNAIO 2019 IN CODA – LA PROCURA: DUBBI SULL’INTEGRITA’ DELLA RECINZIONE

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AGGIORNAMENTO DEL 4 GENNAIO 2019 IN CODA – TONINELLI: ESISTONO BARRIERE MOLTO PIU’ SICURE

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Un uomo di 28 anni è morto alle 4 di oggi in un grave incidente sull’Autosole fra Lodi e Casalpusterlengo, pochi chilometri a sud di Milano, causato dal passaggio di un branco di cinghiali. Nell’incidente sono rimaste ferite altre dieci persone, fra cui cinque minorenni. Il paziente più grave è stato portato in codice rosso all’ospedale Maggiore di Parma. Secondo la ricostruzione della polizia stradale, nell’incidente sono rimaste coinvolte tre macchine che andavano in direzione Sud. La prima ha investito due cinghiali e si è fermata. Una seconda auto arrivata ha investito le carcasse degli animali e poi urtato il veicolo fermo. Il conducente è sceso, probabilmente per chiedere aiuto, ed è stato travolto da una terza vettura, una Polo, che poi si è scontrata con le due auto ferme. Il conducente della Polo, di origini polacche ma residente in Italia, è morto sul colpo, la fidanzata di 27 anni è stata trasportata in gravissime condizioni, in codice rosso, all’ospedale di Lodi; mentre a Parma, sempre in codice rosso, è stato portato l’uomo travolto.

GLI ANIMALI AVREBBERO SCAVATO UN TUNNEL

Gli altri feriti sono un bambino e una bambina di 8 anni, un 11 anni, un tredicenne, una ragazza di 15 anni, due donne di 37 e 39 anni e due uomini di 40 e 48. I cinghiali avrebbero scavato un cunicolo nel terreno per arrivare in strada e bypassare così la rete di protezione, che è risultata perfettamente integra. E’ questo, a quanto si apprende, l’esito dei sopralluoghi tecnici effettuati subito dopo l’incidente avvenuto questa mattina sull’A1 dalla Polstrada e dalla Direzione tronco di Milano di Autostrade per l’Italia. In seguito all’incidente si è aperto un dibattito tra agricoltori, politici e animalisti sulle misure necessarie per arginare la massiccia presenza di cinghiali nelle campagne a ridosso delle città. “Non si può morire per un cinghiale in autostrada nel 2019” ha detto l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi, chiedendo che cambi la legge nazionale. “Questi incidenti si potrebbero evitare se la politica nazionale ascoltasse le richieste della Regione Lombardia e di chi vive sul territorio” ovvero “riconoscere l’operatore volontario, ossia un cacciatore formato, che consenta di ampliare l’attività di contenimento oggi in capo solo agli operatori della polizia provinciale, ormai pochi e sparuti”.

I CINGHIALI SONO PIU’ DI UN MILIONE

Anche Coldiretti ribadisce concetti già espressi. Negli ultimi dieci anni il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato e “il loro numero supera un milione” secondo le stime della Coldiretti, “mettendo a rischio la sicurezza nelle aree rurali e urbane”. Nella sola Lombardia sarebbero stati circa 400 gli incidenti stradali provocati dai cinghiali negli ultimi cinque anni. “Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro all’anno, senza contare i casi in cui ci sono state anche vittime – spiega l’associazione -. Non è quindi più solo una questione di risarcimenti, ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione”. Sulle stesse posizioni Confagricoltura e Cia, che chiede di rivedere “la legge quadro datata 1992 che regola la materia”. Anche il ministro leghista delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ritiene che “un piano per la gestione della questione cinghiali, e più in generale degli animali carnivori, è necessario e non più rinviabile. Va bene tutelare la fauna, ma devono esserci delle limitazioni perché dobbiamo garantire la sicurezza delle persone, nelle campagne e nei centri abitati, oltre ovviamente ai campi e ai raccolti, frutto del lavoro di chi vive ogni giorno di questo”.

GLI ANIMALISTI CONTRARI A NUOVI ABBATTIMENTI

Le associazioni animaliste Enpa e Lav sono perplesse nei confronti di una risposta al problema che passi ancora per le doppiette. “Siamo sgomenti per quanto accaduto e ribadiamo la nostra solidarietà alle persone rimaste coinvolte e ai loro familiari, tuttavia invitiamo le associazioni degli agricoltori, i cacciatori, i politici nazionali e locali a non strumentalizzare questa vicenda per chiedere insensate e antiscientifiche campagne di sterminio contro i cinghiali e gli altri selvatici, che peraltro non risolverebbero nulla”, dichiara Enpa, contraria nel modo più assoluto a colpi di mano sulla legge 157/92. Una legge che, se fosse applicata in modo corretto (quasi tutte le Regioni la ignorano)  permetterebbe di evitare ogni situazione problematica. Anche Massimo Vitturi, responsabile nazionale Lav fauna selvatica, si dice addolorato e  “vicino alle persone coinvolte nel terribile incidente di stanotte sulla A1 a Lodi, dove secondo una prima ricostruzione tra le vittime vi sarebbero anche dei cinghiali. Come Lav – spiega – rivolgiamo un appello a tutte le autorità direttamente coinvolte affinché si cambi al più presto l’approccio nella gestione della fauna selvatica sviluppando e investendo in metodi di controllo incruento dei cinghiali. Le immissioni di cinghiali sul territorio e la caccia ovunque e tutto l’anno sono un errore e un fallimento, l’inefficacia è sotto gli occhi di tutti”. Tirati in ballo, i cacciatori puntano il dito contro “la gestione faunistica: tra orpelli burocratici, animalismo o ambientalismo da salotto e zone protette in cui parlare di gestione delle specie problematiche è tabù, la gestione della fauna in Italia è una vera e propria zattera alla deriva”, afferma Federcaccia Lombardia. (nella foto sopra, cinghiali sulla tangenziale di Bari)

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AGGIORNAMENTO DEL 4 GENNAIO 2019 – TONINELLI: ESISTONO BARRIERE MOLTO PIU’ SICURE

“Sono arrivato qui oggi a esprimere cordoglio e vicinanza alle vittime da parte del Governo, dello Stato, ma appena arrivato mi sono anche reso conto di una seconda falla nella rete autostradale”: il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, così ha detto arrivando nella zona dell’A1 dove il passaggio di alcuni cinghiali ha causato un incidente in cui è morto un 28enne e dieci persone sono rimaste ferite. “Ho già chiesto all’Ufficio ispettivo territoriale di Milano di verificare la situazione della rete autostradale” ha aggiunto. “So, tra l’altro, che ci sono delle barriere protettive – ha aggiunto Toninelli – molto più sicure con dei basamenti in cemento che non permettono a un animale di scavarci sotto. E anche più alte. Questi, secondo me, sono i livelli di sicurezza minimi che devono essere garantiti da un concessionario che guadagna tantissimi soldi dalla concessione del suolo pubblico”. Il ministro ha voluto posare una corona di fiori sul luogo dell’incidente, che si trova tra Lodi e Casalpusterlengo.

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AGGIORNAMENTO DEL 4 GENNAIO 2019 – LA PROCURA: DUBBI SULL’INTEGRITA’ DELLA RECINZIONE

La Procura della Repubblica di Lodi ha aperto un’inchiesta sull’incidente di ieri mattina in A1, che ha provocato la morte di una persona oltre a diversi feriti dopo l’attraversamento di cinghiali sulle corsie autostradali. L’atto si ritiene dovuto per far luce sulla vicenda. “Ci sono dubbi sul fatto che la rete fosse integra al momento dell’incidente”, ha detto il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro.