Il patrimonio di animali e vegetali diversi che rendono vivo il mondo, e che chiamiamo biodiversità, si va assottigliando. Perdiamo pezzi di natura ad un ritmo inquietante, per cause molteplici ma con un solo colpevole: l’uomo. La distruzione di habitat per far posto a campi e allevamenti, la caccia, la pesca, il bracconaggio e il commercio illegale, l’inquinamento, il riscaldamento globale e l’introduzione di specie esotiche collaborano a distruggere gli ecosistemi e i loro inquilini. Così gli impegni di tutela su scala globale – dice l’Ispra – si avviano a un misero fallimento.
OGGI GIORNATA MONDIALE DELLA BIODIVERSITA’
Il problema torna sotto i riflettori per la Giornata mondiale della biodiversità proclamata dall’Onu, che ricorre oggi, martedì 22 maggio. Quest’anno si celebrano i 25 anni dall’entrata in vigore della Convenzione sulla diversità biologica, ed è proprio il segretario della Convenzione, Cristiana Pasca Palmer, a mettere in guardia: “La biodiversità continua ad essere in declino in tutte le regioni del mondo a ritmi allarmanti”. Le parole sono simili a quelle usate nei mesi scorsi dal World Economic Forum, che nel Rapporto sui rischi globali 2018 ha inserito nuovamente la perdita di biodiversità e il collasso di ecosistemi tra le minacce principali: “Perdiamo biodiversità a ritmi da estinzione di massa”, si legge. E per molti biologi la sesta estinzione di massa è già iniziata.
“LA SESTA ESTINZIONE DI MASSA E’ GIA’ INIZIATA”
La perdita di mammiferi è dalle 20 alle 100 volte più veloce rispetto al passato. Nell’ultimo secolo 69 specie si sono estinte, insieme ad altri 400 vertebrati. Stando all’Unione internazionale per la conservazione della natura, rischiano di scomparire il 26% dei mammiferi, il 41% degli anfibi e il 13% degli uccelli. Bracconaggio e traffici illeciti, ricorda il Wwf, minacciano 7mila specie nel mondo. Solo nel 2016, stando ai calcoli dell’università del Maryland, la Terra ha perso 30 milioni di ettari di copertura arborea. Altro guaio, sottolinea Legambiente, sono le piante e gli animali esotici e invasivi, che possono causare l’estinzione delle specie autoctone. Gli “invasori” causano danni economici e sociali per 12 miliardi di euro all’anno solo in Ue. In Italia si contano più di tremila specie aliene, di cui il 15% invasive.
IN ITALIA UN VERTEBRATO SU TRE RISCHIA DI SCOMPARIRE
Nel Belpaese il 31% degli animali vertebrati e la metà delle specie vegetali sono a rischio estinzione, spiega l’Ispra, secondo cui gli sforzi internazionali di tutela “stanno fallendo miseramente”. Entro il 2020, secondo il Piano strategico sulla biodiversità, vanno centrati 20 obiettivi – dal dimezzamento della perdita di habitat alla gestione sostenibile di pesca e agricoltura, fino alla creazione di aree protette – che si suddividono in 56 indicatori. In base al Global Biodiversity Outlook dell’Onu, solo 5 dei 56 indicatori sono sulla buona strada per essere raggiunti a fine decennio. (Ansa, nelle foto Afp sopra tre esempi di animali oggetto di traffico illegale e per questo spinti sull’orlo dell’estinzione: l’osso di scimpanzé in polvere, la saliva del geco crestato e il cervello dell’avvoltoio sono ingredienti di medicine tradizionali senza fondamento scientifico, usate per curare un po’ di tutto, dai postumi di una sbronza all’Aids)