Assegnati venerdì i premi del World Press Photo, il più importante tra i concorsi di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955. Tra le tante categorie in gara – spot news, persone, storie, sport e altre – nella sezione “Environment/singles”, così come nella sezione “Natura/singles”, sul podio sono andate tre immagini di animali.
Il primo premio l’ha avuto “Waiting For Freedom” del sudafricano Neil Aldridge, che ha scattato la foto il 21 settembre 2017 (foto in alto). Un giovane rinoceronte bianco del sud, sedato e bendato, pronto a essere rilasciato nel Delta dell’Okavango, in Botswana, dove si spera sia al sicuro dai bracconieri. Classificati come “quasi in pericolo” di estinzione, il corno dei rinoceronti bianchi meridionali è molto apprezzato in Cina e Vietnam per le presunte proprietà medicinali e, in alcuni luoghi, come droga ricreativa. I corni, in realtà semplice cheratina, la sostanza di cui sono fatti unghie e capelli, possono valere dai 20 ai 50mila euro al chilogrammo e la lotta al bracconaggio è una grande sfida per molti stati africani.
Il secondo miglior scatto (foto qui sopra), “Attack of the Zombie Mouse“, è ancora di Thomas P. Peschak, che è arrivato a un passo dal podio anche nella categoria Natura/singles. Il giovane albatros testagrigia dell’isola di Marion, Sudafrica, nell’Oceano Indiano antartico, è rimasto ferito a causa dell’attacco di una specie invasiva di topi che si nutrono di pulcini e giovani albatros. Introdotti nell’isola dai cacciatori di foche nell’Ottocento, i roditori hanno convissuto con gli uccelli per quasi 200 anni. Ma nel 1991 il Sudafrica ha eradicato i gatti selvatici dall’isola di Marion senza riuscire a fare lo stesso con i topi, che ora sono un problema di cui è stato incaricato un ufficiale ambientale governativo.
Anche il terzo gradino del podio va a Thomas P. Peschak . “Back in Time“, scattata l’11 marzo 2017 (foto qui sopra), mette a confronto la storica della colonia di pinguini africani della fine degli anni Novanta dell’Ottocento sull’isola di Halifax, in Namibia con la situazione attuale. Dove c’erano più di 100mila uccelli ora c’è una sparuta compagnia in via di estinzione. La popolazione odierna di pinguini africani è ridotta al 2,5% di quella che era 80 anni fa. La causa è da ricercarsi nella richiesta di guano usato per i fertilizzanti, insieme al consumo umano di uova e all’ipersfruttamento delle acque attorno a Halifax, dove si pescano sardine e acciughe che i pinguini non trovano più.