IN CODA LETTERA DELL’ASSOCIAZIONE GABBIE VUOTE
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POST ORIGINALE
Per le elezioni politiche 2018 il mondo della caccia si unisce in una Cabina di regia. Obiettivo è “far riflettere la politica sul suo fallimento nelle questioni ambientali e suggerire nuove linee di azione, difendere la ricchezza culturale del mondo rurale e agricolo, tutelare il peso economico e industriale del settore venatorio, la sua cultura e il suo ruolo sociale, controbattere alle falsità del mondo animalista”. I presidenti della totalità delle associazioni venatorie riconosciute (Anlc, AnuuMigratoristi, Arci Caccia, Enalcaccia, Eps, Fidc, Italcaccia) e il Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn) fanno sapere che si sono riuniti nei giorni scorsi “per riaffermare con forza il ruolo del mondo venatorio in armonia con l’ambiente, il mondo rurale e quello agricolo, consapevoli del fallimento sostanziale della politica sui temi ambientali e della necessità di dare un segnale forte ai partiti e a quanti si apprestano ad affrontare la tornata elettorale per richiamarli alla concretezza e alla serietà su questioni che non possono essere affrontate con l’attenzione rivolta ai facili consensi di un ambientalismo astratto, salottiero, urbano e di una ancor più vuota filosofia animalista”. La Cabina di regia vede riunite tutte le Associazioni venatorie nazionali riconosciute e “da oggi in poi moltiplicherà gli sforzi, collegio per collegio, per rilanciare una immagine corretta, reale e non manipolata dell’attività venatoria, laddove i cacciatori sono parte utile alla campagna e a chi la vive: cittadini abitanti dei borghi, contadini, agricoltori, allevatori. In vista delle prossime elezioni chiederemo alle forze politiche e alle coalizioni impegni precisi e non vuote promesse elettorali inficiabili dai partner fanatici animalisti già messi in campo nelle loro alleanze. Perché il rilancio del Paese, che tutti i partiti promettono e tutti i cittadini giustamente attendono – conclude la nota – passa anche dal benessere ambientale e da quella economia pulita che la caccia produce”. (Ansa)
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LETTERA DELL’ASSOCIAZIONE GABBIE VUOTE A 24ZAMPE
Ricevo e pubblico la lettera della onlus Gabbie vuote (anche se sono costretto dalla policy aziendale a eliminare i link a contenuti esterni). Eccola:
Abbiamo letto sul Sole 24 Ore l’articolo di Guido Minciotti che ci ragguaglia sulle politiche dei cacciatori in funzione delle prossime elezioni. Ma siamo sicuri che i cacciatori possano chiedere ai politici di “riflettere sul fallimento nelle questioni ambientali” e, come dichiarano, “possano: suggerire nuove linee di azione, difendere la ricchezza culturale del mondo rurale e agricolo, tutelare il peso economico e industriale del settore venatorio, la sua cultura e il suo ruolo sociale, controbattere le falsità del mondo animalista e la vuota filosofia dei fanatici animalisti, riaffermare con forza il ruolo del mondo venatorio in armonia con l’ambiente, rilanciare una immagine corretta, reale e non manipolata dell’attività venatoria, rilanciare il benessere ambientale e l’economia pulita che la caccia produce. Ma siamo certi che concetti del genere appartengano all’etimo con cui vengono espressi o invece non arrivino dal regno del nulla o da qualche pianeta alieno disperso nello spazio mitologico?
Ecco le nostre osservazioni, punto per punto, augurandoci che la libertà di opinione valga per tutte le campane: “nuove linee di azione” per uccidere ancor di più, eliminare altre specie oltre a quelle già sottoposte alla guerra quotidiana (cinghiali, cervi, daini, mufloni, caprioli, lupi super protetti, piccioni, nutrie da eradicare, marmotte, volpi con i cuccioli in tana, uccelli di pochi grammi……e tutti gli altri esseri previsti dalla loro legge 157/92? Una legge che si intitola: Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Protezione della fauna selvatica? Dove, quando, in quale angolo del paradiso terrestre chiamato Italia? Non basta il calendario venatorio, non bastano i metri di neve, non bastano gli incendi…no. Uccidere sempre. Dove si inseriscono le nuove linee di azione? Sulle navicelle spaziali?
“La ricchezza culturale del mondo rurale e agricolo” la difendiamo tutti. Nella pace e non nella guerra. Con l’intelligenza e non con la violenza, con l’evoluzione culturale e tecnologica e non con l’arcaico radicamento all’involuzione. Davvero bisogna “tutelare il peso economico e industriale del settore venatorio” ovvero degli armieri, di coloro che fabbricano morte, che distribuiscono piombo veleno potentissimo (già eliminato dalla benzina, dai giocattoli, nelle vernici, nelle lattine, nelle tubatura…..) nonostante l’Italia abbia firmato la convenzione di Quito per la sua eliminazione entro il 2017 e che invece è sempre lì, dentro quei bossoli che inquinano corpi, acque, terre? Davvero bisogna “tutelare la sua cultura, il suo ruolo sociale”? E qual’è la sua cultura? Quella della violenza? E qual’è il suo ruolo sociale? Quello di mietere annualmente oltre cento vittime umane oltre ai milioni di animali?
“Combattere gli animalisti”? Dice una canzone: …la verità ti fa male lo sai….e quella degli animalisti fa male lo sappiamo. Gli animalisti hanno un’etica, dei valori morali, il rispetto delle leggi. Una filosofia piena. Sanno provare sentimenti positivi, forti, come l’empatia, il rispetto, la compassione. Lottano e lavorano per gli altri, non per se stessi. I cacciatori agiscono per se stessi, per assecondare la loro crudeltà distruttiva (Emilio Servadio), assaliti come da una malattia mentale (Theodor Heuss), con la stessa forza di un desiderio sessuale (Paul Parin). Questo sì, si chiama fanatismo, dogmatismo, dipendenza, droga. Intorno a loro c’è il vuoto.
Parlare di “armonia del mondo venatorio con l’ambiente” è assurdo tanto quanto definire vita la morte, verità la menzogna, altruismo l’egoismo, valore l’interesse. Attenzione all’Accademia della Crusca! I cacciatori distruggono l’ambiente, con l’inquinamento (piombo, cartucce abbandonate), il bracconaggio (l’80% dei cacciatori è bracconiere), i richiami vivi (uccelli accecati), il depauperamento della biodiversità (estinzione, destrutturazione dei gruppi), l’importazione di fauna alloctona (cinghiali, minilepri….), la predazione del patrimonio collettivo, la dispersione dei cani e il loro maltrattamento, l’invasione dei fondi altrui (art. 842 C.C. valido solo per loro contro la regola aurea: La legge è uguale per tutti) e per la quale non corrispondono ai proprietari quanto legittimamente dovuto.
Come si può “rilanciare il benessere ambientale” uccidendo l’ecosistema, ovvero quel connubio che rende la Natura viva e non spento paesaggio? E come si può parlare di “economia pulita” avvelenando, inquinando, invadendo e snaturando boschi, uccidendo gli abitanti? Economia sporca, molto sporca dovremmo chiamarla.
Non aggiungiamo altro, sperando che chi vuol capire capisca e non si aggreghi alla schiera dei peggiori sordi per i quali vale sempre il proverbio.
Cordialmente.
Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze
info@gabbievuote.it