Venerdì pesce, si diceva una volta. Quando si sapeva poco di questi animali che, vivendo sotto la superficie dell’acqua e dalla forma così diversa da quelli terrestri, erano per noi incomprensibili. Oggi però il nostro livello di conoscenza è cresciuto: pur dotati di organi sensoriali differenti dagli animali che ci sono più familiari, sappiamo non solo che i pesci annusano sott’acqua o vedono i colori nitidamente ma anche che provano dolore, hanno ricordi, fanno tesoro delle esperienze, sono sociali, si riconoscono tra loro e hanno gerarchie di gruppo. Cernie e murene, specie diverse, comunicano e cacciano in modo cooperativo. Nel nuovo millennio questa consapevolezza ha fatto includere i pesci in una serie di atti legislativi comunitari come titolari di diritto al benessere ma per Eurogroup for animals, una ong che rappresenta 54 associazioni europee e internazionali (tra cui l’italiana Lav) che lavorano per difendere il benessere di tutti gli animali, è arrivato il momento di fare un passo ulteriore. E4A ha così aderito a un gruppo di 22 associazioni che promuovono il benessere dei pesci sia allevati che pescati, attraverso la produzione e diffusione di informazioni da mettere a disposizione dei consumatori e con azioni di advocacy nei rispettivi paesi e presso le istituzioni europee per parlare di animal welfare nelle pratiche di allevamento, trasporto e movimentazione, macellazione. “Ci concentreremo inizialmente sulla tutela degli animali in acquacoltura – spiega E4A sul proprio magazine -, quelli che conosciamo meglio e che rappresentano il 25% della produzione ittica europea e il 50% di quella mondiale. E anche l’unico settore in grado di fronteggiare la domanda crescente”. Pesce, dunque, anche da sabato a giovedì. Nella grafica sotto, gli impressionanti numeri (in miliardi!) di Fao/fishcount.org.uk sulla macellazione di animali destinati all’alimentazione ogni anno. Nella foto sopra, salmoni atlantici allevati.
