AGGIORNAMENTO DEL 7 AGOSTO 2017 – “I NOSTRI ANIMALI STANNO BENE”
“I nostri orsi polari sono nati in cattività in altri zoo europei e vivono benissimo nei nostri climi sin dal 1995”. A precisarlo in una nota è Fabio Rausa, il direttore zoologico dello Zoosafari di Fasano (Brindisi) che ribatte così a recenti polemiche sullo stato di salute degli orsi in relazione al forte caldo che sta investendo in questi giorni la Puglia. A protestare erano state alcune associazioni animaliste. Gli orsi, spiega ancora, “non hanno mai presentato alcuna patologia o sintomatologia degna di rilievo né legata alle condizioni climatiche né a qualsiasi altra causa, e si sono riprodotti spesso con nascite di cuccioli che ora vivono in altri rinomati parchi europei e giapponesi, tanto che i due genitori risultano essere una delle più imponenti, belle e prolifiche coppie di tale specie in Europa”. Secondo quanto specificato, vengono alimentati e curati come le norme prevedono: “Si immergono e nuotano in vasca molte volte al giorno, ogniqualvolta ne sentano il bisogno e il desiderio”. Nelle vasche, è precisato, ci sono blocchi di ghiaccio e cibo congelato in pezzi. Per loro inoltre “acqua raffreddata artificialmente con grossi apparati frigoriferi nella vasca grande, aria raffreddata a mezzo condizionatori nei 3 box interni, ombra e privacy nelle grotte sotto la cascata e vari punti di nebulizzazione di acqua nella parte emersa”.
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POST ORIGINALE DEL 5 AGOSTO
A fronte di una delle ondate di caldo più intense che abbia colpito il nostro Paese, gli animalisti chiedono alle autorità della sanità veterinaria di valutare lo stato di salute degli animali detenuti in cattività e l’Enpa e i Verdi diritti animali, in particolare, esprimono preoccupazione per gli orsi polari dello Zoosafari di Fasano (Brindisi). “Scrive al riguardo la struttura sul proprio sito web: ‘L’orso polare è presente in tutte le regioni artiche, intorno al Polo Nord […] Vive in genere solitario ed è un perfetto nuotatore, anche in mare aperto'”, segnala la Protezione animali. “Il punto è proprio questo – afferma una nota -: cosa ci fa un animale del Polo Nord, a più di 4.500 chilometri dal proprio habitat naturale, in una città della Puglia poco a nord di Brindisi? E perchè una vasca di pochi metri per un perfetto nuotatore?”. “Al di là dei tentativi di creare consensi intorno ad una presunta cattività ‘dal volto umano’, finalizzati cioè ad attrarre visitatori e a massimizzare i profitti dei gestori di simili strutture, nessuno può cancellare un dato di fatto incontestabile: che costringere un essere senziente a vivere da recluso, in un ambiente per il quale la natura non lo ha programmato, rappresenta una forma di maltrattamento in sé”. Sulla stessa linea Rinaldo Sidoli, responsabile Verdi diritti animali, che ricorda “che secondo lo studio di Basta Delfinari la struttura appartiene alla società (Leo 3000/Alfa 3000) già proprietarie dello zoo safari di Ravenna e del circo Medrano, condannato lo scorso anno per maltrattamento di animali”.