Cani nei supermercati: una nota del ministero Salute li vieta ma per Lav “norma imprecisa”

AGGIORNAMENTO DEL 1° SETTEMBRE 2017 QUI SU 24ZAMPE: IL MINISTERO DICE SI’ ALL’ACCESSO DEI CANI IN SUPERMERCATO MA SOLO SE SI EVITANO CONTAMINAZIONI

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AGGIORNAMENTO DEL 3 AGOSTO 2017 IN CODA – LA BRAMBILLA: “L’ACCESSO AI SUPERMERCATI È CONFERMATO”

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POST ORIGINALE DEL 31 LUGLIO 2017

Da quando nei supermercati Pam di Padova, qualche giorno fa, sono comparsi dei cartelli che annunciavano che i cani non avrebbero più avuto accesso dal 1° agosto, i proprietari di quattrozampe sono entrati in fibrillazione. Ma non solo quelli di Padova: il divieto, infatti, sarebbe teoricamente estendibile a tutti i negozi e locali d’Italia “ove sono presenti alimenti destinati al consumo”. Almeno è quanto riporta una nota dell’Ufficio igiene degli alimenti del ministero della Salute, inviata in risposta a un quesito della Regione Lombardia, nel ricordare a tutte le amministrazioni regionali cosa prescrive il Regolamento Europeo 852 del 2004: l’accesso ai cani “non è ammesso presso gli esercizi di vendita al dettaglio rappresentando una possibile fonte di contaminazione”. Sarebbero esclusi solo cani guida e cani poliziotto. Per restare ai supermercati, possibile che una norma del 2004 cancelli dopo tredici anni le buone pratiche adottate finora, dal “posteggio” dei cani all’ingresso dei negozi fino alle benemerite iniziative di carrelli attrezzati per il trasporto degli amici pelosi tra le corsie? Secondo la Lav urge un chiarimento da parte del ministero, perchè la nota contiene diverse imprecisioni. Per questo avrebbe chiesto a Beatrice Lorenzin di rettificarla. Il Regolamento Ue 852/04, infatti, si riferirebbe agli stabilimenti e non ai locali di vendita, dove “non risulta alcun caso di zoonosi trasmessa in questo modo”, spiega un responsabile di Lav. Inoltre il Regolamento di polizia veterinaria autorizza l’ingresso degli animali domestici, sempre tenuti sotto controllo, a tutti i luoghi pubblici, lasciando ai proprietari di negozi e supermercati la facoltà di decidere se ammetterli oppure no nei propri locali. I cani in Italia sono circa 7 milioni, ai gestori dei negozi conviene correre il rischio di giocarsi una fetta di clientela tanto importante? (nella foto sopra il carrello di un supermercato Conad, dove i cani trovano posto nel carrello grazie a un accordo con Leidaa)

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AGGIORNAMENTO DEL 3 AGOSTO 2017 – LA BRAMBILLA: “L’ACCESSO AI SUPERMERCATI È CONFERMATO”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Michela Vittoria Brambilla:

“Il libero accesso agli animali nei supermercati, con le opportune procedure di controllo, è confermato, anzi, non è mai stato messo in discussione da alcuna nuova normativa o regolamento. L’Italia può e deve continuare a percorrere, insieme a noi, il percorso virtuoso che la porterà ad essere veramente Animal Friendly, al quale ho dato il via già durante il mio mandato di Ministro del Turismo”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, portavoce della Federazione Italiana Associazioni diritti animali e Ambiente, che con diversi operatori, tra cui Aspiag-Despar e Conad, ha firmato protocolli d’intesa per garantire libertà d’accesso ai consumatori con animali al seguito.

Nei giorni scorsi, invece, alcuni operatori della grande distribuzione del Veneto hanno invocato una nota del ministero della Salute per vietare l’accesso degli animali domestici nelle corsie di vendita dei supermercati. Al contrario, tale testo non prevede affatto il divieto, ma ricorda solo l’esigenza che siano adottate le misure necessarie per prevenire qualsiasi forma di contaminazione degli alimenti.

“La nota del 27 marzo scorso – spiega l’on. Brambilla dopo un nuovo confronto con i vertici del ministero – non è un’iniziativa della Salute, né ha forza di legge, ma nasce dalla richiesta di chiarimenti avanzata da una Regione. Il testo non va utilizzato come pretesto per porre inutili divieti, semplicemente conferma che l’obiettivo del Regolamento europeo 852/2004 è la non contaminazione degli alimenti e che tale obiettivo si può raggiungere senza divieti. Il Regolamento – prosegue l’on. Brambilla – disciplina le fasi di lavorazione, conservazione e distribuzione degli alimenti, mira a tutelare la salute dei consumatori e in questo senso vieta a qualunque soggetto terzo, non soltanto agli animali, l’accesso agli ambienti in cui si producono e conservano cibi. Il divieto di accesso nello spazio di vendita è un’altra cosa, un provvedimento eccessivo che limita la libertà di circolazione e non trova giustificazione nella normativa europea”.

La stessa nota ricorda che l’accesso degli animali domestici è “ipotizzabile” laddove l’animale “non si trovi nei medesimi locali dove sono preparati, trattati e conservati gli alimenti”. Quindi gli animali non possono accedere nel “retro” dove si confezionano carne, pesce, pane, formaggi, né nei magazzini, ma non vi è alcun rischio di contaminare alimenti già preparati e confezionati, esposti per la vendita, a maggiore se l’operatore ha adottato gli accorgimenti necessari per impedirlo: per esempio, espositori ad altezza d’uomo, carrelli o borse dove gli animali sono trasportati durante la spesa.

Inoltre, che non si parli di divieto assoluto è confermato anche da una più attenta e disinteressata lettura della nota ministeriale. Il testo, in effetti, affida a ciascun operatore il compito di “prevedere nelle sue procedure di autocontrollo le modalità con le quali viene garantito che gli animali non vengano a contatto diretto indiretto con gli alimenti sia sfusi che confezionati”.

“In concreto – aggiunge l’ex ministro – il problema di contaminazione al momento della vendita non esiste: non risulta alcun caso di zoonosi trasmessa per questa via. E ricordo che tutte le lungimiranti imprese con cui abbiamo firmato un protocollo d’intesa hanno adottato i provvedimenti necessari per soddisfare gli standard del Regolamento europeo. Le ringraziamo per la sensibilità e disponibilità dimostrata e invitiamo tutti gli operatori della grande distribuzione, che già non l’avessero fatto, a seguire il loro virtuoso esempio e ad aprire le porte dei propri supermercati ai clienti con animali al seguito: oltre ad essere perfettamente in regola, garantiranno un servizio prezioso ai milioni di italiani che convivono con un cagnolino e hanno diritto di non fare uno slalom quotidiano tra tanti divieti. Il contributo che daranno alla creazione di un’Italia Animal friendly – conclude l’ex ministro Brambilla -sarà prezioso ed in linea con la nuova sensibilità nel paese”.

  • Filippo |

    Gentile Guido, la ringrazio. Lieto che sia di suo gradimento il “celebrativo”, ma me ne accorsi solo successivamente al mio intervento inaugurale.

    Mica ce l’ho con tutti gli aficionados alla “causa”, ma, come avevo specificato (ho notato, rileggendo il mio precedente intervento, diversi errori ortografici; con lo smartphone pare inevitabile; stavolta farò un copia-incolla preventivo per rileggere), ma con i fanatici attivisti, noncuranti del fatto che la loro libertà cessa (dovrebbe cessare) là dove inizia quella del prossimo loro – quindi, appunto, ce l’ho su con ignoranti cafoni o invasati generici…

    Se non altro (almeno qui), il fermento è andato scemando in questi mesi difficili, tuttavia, effettuando proprio oggi un rapido aggiornamento altrove sull’argomento, ho notato con vivida delusione che il “culto” e la sua escalation persistono pervicacemente…

    A fronte di una CHIARA disposizione comunitaria che inibirebbe l’accesso, qui in Italia si era fatta la solita arlecchinata con rimpalli di responsabilità dal centro alle amministrazioni periferiche (taccio sulle arrampicate esegetiche da parte della combriccola B..& Co., con tanto di acceso dibattito sull’etimologia di questo e quel lemma della norma…).

    Potrei citare una di queste simpatiche fanatiche (forse parente della B.), la quale solleticava gli esercenti ad aprire i cancelli profilando maggiori introiti (sic!) pur di raggiungere il suo scopo perverso!

    Questo per quel che riguarda il passato. Come dicevo, l’aggiornamento ha palesato l’impensabile, visto che ritenevo a ragione che si fosse ormai toccato il limite.

    In pratica, assurde iniziative “Portami con te” e censimenti annessi… dichiarazioni del tipo: “Lasciare l’amico a 4 ecc. in auto d’estate così come d’inverno è qualcosa di deleterio per esso”; “Quando vogliamo andare a fare una cosa così noiosa come la spesa, dobbiamo privarci della dolce compagnia dell’amato quadrupede…”, e via di questo passo…

    Il “bello” è che i soggetti si rendono perfettamente conto della controparte che non vede di buon occhio e anzi non tollera quest’andazzo di tipo impositivo e dice no, tu e il tuo cane, che magari ha appena defecato, qui non entrate!

    Sofismi inauditi che neanche Perry Mason. sarebbe in grado di concepire, pur di liberalizzare l’ingresso degli animali (ho letto pure di estensioni al regno felino….).

    La legge attuale è una schifezza, perché non si prende (o non vuole prendersi) la responsabilità di mettere un “no” fermo e deciso (recependo così tout court e senza alcuna tergiversazione la disposizione dell’UE), per cui pare imbalsamata in una nebulosa molle, vaga e confusa, vuoi per motivazioni di non risultare invisi all’elettorato “pet friendly’, vuoi per la pressante e asfissiante compresenza nella classe politica di individui che viaggiano sulle melodiche frequenze animaliste…. fatto sta che dalle amministrazioni periferiche citate sopra, ora, immancabilmente, si è ulteriormente rimpallata la gestione della cosa ai singoli esercenti. Io mi domando: ma allora la UE e i suoi emendamenti che ci stanno a fare?

    Ancora, proposte di liberalizzare l’accesso OVUNQUE (sic!!), addirittura (ho intravisto) in luoghi pubblici tipo chiese………..

    Non ci siamo proprio. Chiunque abbia studiato un minimo d’economia capisce che questo sistema riflette chiaramente un paradigma totalmente antieconomico: singole fabbriche che producono migliaia di inutili gadget e prelibate leccornie quando……………, centri di R&S dedicati…, spreco di risorse umane, materiali, energetiche, temporali, e per giunta, anche se tanto di moda va il concetto di sostenibilità, inevitabile conseguente inquinamento ambientale… Keynes usava la metafora della buca scavata e poi subito riempita, ma quella era un’immagine paradossale per far capire un certo aspetto del meccanismo economico; qui il discorso è invece diverso: è REALISTICO!

    Vediamo un po’ di darci una calmata… “Amore” per gli animali: che cavolo significa? Io amo un rettile, un piccione, un cane o un gatto (anche se fra di loro il rapporto non è poi così idilliaco)…? ma andiamo, suvvia!

    L’analisi lucida e incontrovertibile è che purtroppo trattasi di un fenomeno dilagante in larga misura indotto dalla pubblicità che fa della pubblicità, ecc., e di creature (marionette sarebbe forse più consono?) bisognose di qualcosa di “sacro”, che dia un senso o un volto all’imponderabile che sovrasta il divenire… Considerando che, almeno qui da noi, l’alone mistico canonico ultimamente sta vacillando, ecco che si fa strada una rivisitazione attualizzata del vitello o dello scarabeo d’oro…

    Chiudo, ad ulteriore esemplificazione di quanto esposto (se mai ce ne fosse bisogno…), riportando per sommi capi (il testo esatto non lo posso certo ricordare, ma i concetti erano questi!) quanto letto anni addietro sul cancelletto d’ingresso di una abitazione: “In questa casa il nostro cane è amato, rispettato, considerato a tutti gli effetti un membro della famiglia. ..” e via di seguito sulla falsariga di “delizie” similari.

    Cioè questo tizio si era preso la briga di mettersi alla tastiera, stampare farneticazioni del genere consumando inutilmente un foglio A4, affiggerlo al cancelletto per condividere quel suo “sentimento” con gli sventurati passanti…….mÀh! In altri contesti vidi pure necrologi, e non sto scherzando! fate un po’ voi……

    P.S. grazie comunque per avermi sempre democraticamente accolto e pubblicato, pur in antitesi rispetto al suo punto di vista (che mi auguro tuttavia non coincida con quello dei cafoni o fanatici richiamari sopra), in questo contesto dialettico e civile, in cui tuttavia ho letto corbellerie non marginali. E tranquilli, la B. non la darei mai in pasto ai suoi amati (è per di più una bella donna)…

  • Filippo |

    Gentile Guido, la ringrazio. Lieto che sia di suo gradimento il “celebrativo”, ma me ne accorsi solo successivamente al mio intervento inaugurale.

    Mica ce l’ho con tutti gli aficionados alla “causa”, ma, come avevo specificato (ho notato, rileggendo il mio precedente intervento, diversi errori ortografici; con lo smartphone pare inevitabile; stavolta farò un copia-incolla preventivo per rileggere), ma con i fanatici attivisti, noncuranti del fatto che la loro libertà cessa (dovrebbe cessare) là dove inizia quella del prossimo loro – quindi, appunto, ce l’ho su con ignoranti cafoni o invasati generici…

    Se non altro (almeno qui), il fermento è andato scemando in questi mesi difficili, tuttavia, effettuando proprio oggi un rapido aggiornamento altrove sull’argomento, ho notato con vivida delusione che il “culto” e la sua escalation persistono pervicacemente…

    A fronte di una CHIARA disposizione comunitaria che inibirebbe l’accesso, qui in Italia si era fatta la solita arlecchinata con rimpalli di responsabilità dal centro alle amministrazioni periferiche (taccio sulle arrampicate esegetiche da parte della combriccola B..& Co., con tanto di acceso dibattito sull’etimologia di questo e quel lemma della norma…).

    Potrei citare una di queste simpatiche fanatiche (forse parente della B.), la quale solleticava gli esercenti ad aprire i cancelli profilando maggiori introiti (sic!) pur di raggiungere il suo scopo perverso!

    Questo per quel che riguarda il passato. Come dicevo, l’aggiornamento ha palesato l’impensabile, visto che ritenevo a ragione che si fosse ormai toccato il limite.

    In pratica, assurde iniziative “Portami con te” e censimenti annessi… dichiarazioni del tipo: “Lasciare l’amico a 4 ecc. in auto d’estate così come d’inverno è qualcosa di deleterio per esso”; “Quando vogliamo andare a fare una cosa così noiosa come la spesa, dobbiamo privarci della dolce compagnia dell’amato quadrupede…”, e via di questo passo…

    Il “bello” è che i soggetti si rendono perfettamente conto della controparte che non vede di buon occhio e anzi non tollera quest’andazzo di tipo impositivo e dice no, tu e il tuo cane, che magari ha appena defecato, qui non entrate!

    Sofismi inauditi che neanche Perry Mason. sarebbe in grado di concepire, pur di liberalizzare l’ingresso degli animali (ho letto pure di estensioni al regno felino….).

    La legge attuale è una schifezza, perché non si prende (o non vuole prendersi) la responsabilità di mettere un “no” fermo e deciso (recependo così tout court e senza alcuna tergiversazione la disposizione dell’UE), per cui pare imbalsamata in una nebulosa molle, vaga e confusa, vuoi per motivazioni di non risultare invisi all’elettorato “pet friendly’, vuoi per la pressante e asfissiante compresenza nella classe politica di individui che viaggiano sulle melodiche frequenze animaliste…. fatto sta che dalle amministrazioni periferiche citate sopra, ora, immancabilmente, si è ulteriormente rimpallata la gestione della cosa ai singoli esercenti. Io mi domando: ma allora la UE e i suoi emendamenti che ci stanno a fare?

    Ancora, proposte di liberalizzare l’accesso OVUNQUE (sic!!), addirittura (ho intravisto) in luoghi pubblici tipo chiese………..

    Non ci siamo proprio. Chiunque abbia studiato un minimo d’economia capisce che questo sistema riflette chiaramente un paradigma totalmente antieconomico: singole fabbriche che producono migliaia di inutili gadget e prelibate leccornie quando……………, centri di R&S dedicati…, spreco di risorse umane, materiali, energetiche, temporali, e per giunta, anche se tanto di moda va il concetto di sostenibilità, inevitabile conseguente inquinamento ambientale… Keynes usava la metafora della buca scavata e poi subito riempita, ma quella era un’immagine paradossale per far capire un certo aspetto del meccanismo economico; qui il discorso è invece diverso: è REALISTICO!

    Vediamo un po’ di darci una calmata… “Amore” per gli animali: che cavolo significa? Io amo un rettile, un piccione, un cane o un gatto (anche se fra di loro il rapporto non è poi così idilliaco)…? ma andiamo, suvvia!

    L’analisi lucida e incontrovertibile è che purtroppo trattasi di un fenomeno dilagante in larga misura indotto dalla pubblicità che fa della pubblicità, ecc., e di creature (marionette sarebbe forse più consono?) bisognose di qualcosa di “sacro”, che dia un senso o un volto all’imponderabile che sovrasta il divenire… Considerando che, almeno qui da noi, l’alone mistico canonico ultimamente sta vacillando, ecco che si fa strada una rivisitazione attualizzata del vitello o dello scarabeo d’oro…

    Chiudo, ad ulteriore esemplificazione di quanto esposto (se mai ce ne fosse bisogno…), riportando per sommi capi (il testo esatto non lo posso certo ricordare, ma i concetti erano questi!) quanto letto anni addietro sul cancelletto d’ingresso di una abitazione: “In questa casa il nostro cane è amato, rispettato, considerato a tutti gli effetti un membro della famiglia. ..” e via di seguito sulla falsariga di “delizie” similari.

    Cioè questo tizio si era preso la briga di mettersi alla tastiera, stampare farneticazioni del genere consumando inutilmente un foglio A4, affiggerlo al cancelletto per condividere quel suo “sentimento” con gli sventurati passanti…….mÀh! In altri contesti vidi pure necrologi, e non sto scherzando! fate un po’ voi……

    P.S. grazie comunque per avermi sempre democraticamente accolto e pubblicato, pur in antitesi rispetto al suo punto di vista (che mi auguro tuttavia non coincida con quello dei cafoni o fanatici richiamari sopra), in questo contesto dialettico e civile, in cui tuttavia ho letto corbellerie non marginali. E tranquilli, la B. non la darei mai in pasto ai suoi amati (è per di più una bella donna)…

  • Guido Minciotti |

    Grazie gentilissimo Filippo di tenere vivo il dibattito e di leggere 24zampe (“il blog celebrativo” mi piace!), saluti gm

  • Guido Minciotti |

    Grazie gentilissimo Filippo di tenere vivo il dibattito e di leggere 24zampe (“il blog celebrativo” mi piace!), saluti gm

  • Filippo |

    Noto che ci si continua a trastullare/dimenare su questioni essenziali per la sopravvivenza del genere umano, anche in corso di una pandrmia la cui eziologia vede con buona probabilità un fattore di trasmissione animale-uomo.

    Brevemente, all soggetto che tempo addietro, citandomi, dissentiva asserendo che non mi rendevo conto della modalità di un contagio o del meccanismo infettivo: guardi, è molto semplice, basta far riferimento alla carica infettante: se le unità di patogeni penetrati nell’organismo raggiungono la soglia minima, gli effetti si manifesteranno. Consiglio la lettura di un buon testo di biologia….

    E a proposito dell’altra (arbitaria) sua annotazione: no, guardi, nessun odio per il regno animale (a cui peraltro anche io e lei apparteniamo); sono virtualmente vegetariano… diciamo invece una forte idiosincrasia e repulsione per certi cafoni di proprietari di CANI, che a rigore sono i veri rompi pale, pomo di ogni discordia per via dell’insulso inquinamento acustico che producono, pericolosità e… per esser divenuti centro di gravità permanente dell’attenzione e del dibattito perfino in ambito politico da parte di certe ex “ministre” (o minestre riscaldate, che darei volentieri in pasto a uno dei loro dolci e affabili dobermann) fanatiche attiviate… Poi resterebbe aperto il discorso “vip” benpensanti, che grazie ai potenti mezzi mediatici a loro disposizione cercano di far proseliti al loro “credo”, e martellando con la pubblicità riescono a far assurgere le suddette bestiole a una sorta di idoletti postmoderni… Loro per lo più vivono in ville spaziose con parecchi metri quadri intorno, generalmente appartati, ma i proseliti che si trascinano come tante marionette modaiole generalmente vivono in contesti gomito a gomito, anche detti rapporti di vicinato (che da buono diventa poi cattivo….)

    La regolamentazione comunitaria parla chiaro. Del resto, perché mai i macellai verrebbero sottoposti a richiami vaccinali periodici?

    Ma vedete bene di “amoreggiare” coi VOSTRI adorati peluche sotto le VOSTRE lenzuola, invece di voler a tutti i costi imporne la condivisione forzata con chi non vorrebbe averci nulla a che fare!

    Le motivazioni da me addotte a suo tempo erano del tutto logiche e sensate. Per giunta tale ingresso appare qualcosa di altamente pleonastico, anche prescindendo da considerazioni igienico-sanitarie!

    Ragionevole invece dovrebbe essere la tizia intavista circa tre anni fa in un Conad, la quale bisbigliava al suo botolo gentilmente riposto nel carrello (peraltro nemmeno quello ‘adibito’ con la targhetta amicale…) chiedendogli suggerimenti sul da farsi, cosa inserire nella lista della spesa………?

    In altri tempi, ipotizzare che un cane potesse liberamente entrare in un luogo di ristorazione, esercizio commerciale (recentemente ne ho visto pure uno in una farmacia!) o addirittura ospedali dava due possibili esiti: o passavi per burlone, oppure per matto!

    Purtroppo i commenti di questo blog “celebrativo” parlano da sé…

    MAH!

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