Caccia al pinguino in Germania: rapito da sconosciuti dallo zoo Luisenpark di Mannheim

AGGIORNAMENTO DEL 16 FEBBRAIO 2017 – TROVATO DECAPITATO IL PINGUINO RAPITO

È stato trovato morto, privo della testa, il pinguino rubato la settimana scorsa nello zoo di Mannheim, nel sudovest della Germania. Lo ha reso noto il direttore del giardino zoologico, affermando che l’animale è stato identificato dal numero 53 impresso sull’ala e che il suo corpo è stato ritrovato nei pressi di un parcheggio. La polizia ha avviato un’indagine per risalire all’autore del furto e, probabilmente, anche dell’uccisione. “Siamo tutti scioccati per quanto accaduto”, ha detto il direttore dello zoo Joachim Koeltzsch, “soprattutto per la mancanza di rispetto verso un essere vivente”. Il furto del pinguino era stato scoperto sabato scorso, nel corso della conta della colonia ospitata dallo zoo che ammontava a 20 esemplari. La notizia aveva suscitato indignazione in tutta la Germania. (Ansa)

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È caccia a un pinguino di Humboldt in Germania, rubato da sconosciuti in uno zoo di Mannheim, nel sudovest del Paese. Gli addetti al giardino zoologico si sono accorti del furto solo sabato scorso, durante il conteggio dei 20 esemplari ospitati. Lo riferisce l’agenzia Dpa. “Chi crede che il pinguino possa essere tenuto come animale domestico è al di là del bene e del male”, ha detto una portavoce dello zoo, il Luisenpark. L’animale, che pesa circa 5 chili ed è alto circa 50 centimetri “non ha alcuna possibilità di sopravvivenza senza particolari attenzioni come un’alimentazione speciale”, ha aggiunto la portavoce. Ha anche stampigliato il numero 53 sull’ala ed è microchippato. Le ricerche effettuate hanno accertato che il pinguino non è fuggito da solo e che non è stato aggredito da un animale rapace, ha concluso la portavoce augurandosi che l’autore del gesto riporti al più presto indietro il pinguino. Una storia che ricorda quella del pinguino Marco, “rapito” nel 1953 da due marinai istriani in Sudafrica e trasportato di nascosto a bordo della motonave Europa a Trieste. Anche Marco ebbe delle difficoltà di alimentazione durante il viaggio e rischiò di morire. Dopo molte peripezie e una volta sbarcato, il pinguino fu adottato dalla città e visse sulle Rive, i moli del porto, segnando la vita dei triestini che lo incontravano, lo accarezzavano e, talvolta, ne subivano le beccate fino al 1985, quando è morto. Sotto, due immagini d’epoca di Marco a Trieste.

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