Dal piccolo punteruolo rosso che infesta le palme delle riviere alla nutria, un topone che arriva a pesare 8/10 chilogrammi e che abbiamo importato dal Sudamerica negli anni ’50 come animale da pelliccia, il “castorino”. Le specie aliene invasive sono organismi introdotti dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori dell’area di origine, che si insediano in natura e causano impatti sull’ambiente o sulla vita dell’uomo. Le vie di ingresso privilegiate sono porti e aeroporti, con merci e persone che possono diventare vettori; un ruolo importante nella loro diffusione è giocato dal commercio di piante esotiche e animali da compagnia, come lo scoiattolo grigio che ha soppiantato l’autoctono scoiattolo rosso, o da reddito, come il gambero rosso della Louisiana, che ha colonizzato i nostri corsi d’acqua. In Italia sono presenti più di 3mila specie aliene, introdotte spesso volontariamente, di cui oltre il 15% invasive, ovvero che causano impatti. Il numero di specie marine aliene nel Mediterraneo è più che raddoppiato tra il 1970 e il 2015, con 150 nuove specie registrate solo negli ultimi 15 anni. Molte specie marine arrivano attraverso il canale di Suez (186 in Italia attraverso questo passaggio). “Il problema dell’introduzione intenzionale o inconsapevole delle specie aliene riguarda moltissimi settori della società – mette in evidenza Paolo Genovesi, responsabile del servizio consulenza di Ispra e project manager – dai pescatori ai cacciatori, dai vivaisti ai professionisti in campo agricolo e forestale”. L’obiettivo, osserva la presidente di Legambiente Rossella Muroni, è “quello di togliere ‘mercato’ alle specie aliene che vengono introdotte a fini commerciali e per fare ciò occorrono più informazione e maggior consapevolezza. E’ fondamentale che le persone sappiano che anche un acquisto incauto può contribuire ad aggravare il fenomeno della perdita di biodiversità, l’alterazione degli equilibri ecosistemici e sanitari. E anche che la spesa dei Paesi europei per contrastarle ammonta a oltre 12 miliardi di euro all’anno. Per questo il progetto Life Asap ci vedrà impegnati in tante attività di informazione nelle scuole (con kit educativi, ndr) e nei parchi, ma anche negli aeroporti e negli zoo, senza tralasciare le amministrazioni pubbliche”. Infine, con il progetto Life Asap verrà coinvolta la comunità scientifica italiana nella stesura di una “black list” delle specie aliene di interesse prioritario per l’Italia e di raccomandazioni, definite tramite seminari e workshop, da sottoporre al governo italiano. (nella foto una nutria, un gambero rosso della Louisiana e uno scoiattolo grigio)
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