Inaugurata ieri a Roma una statua per ricordare il cane Angelo, massacrato nel giugno scorso a Sangineto, nel cosentino, da quattro giovani. Un fatto efferato, una tortura inferta senza una ragione precisa, forse per noia o per “divertimento”. Angelo, un cane randagio amico di tutti, è stato seviziato, impiccato a un albero e ucciso con un colpo di pala. Un gesto ancora più incomprensibile oggi che stampiamo sulle prime pagine elogi al valore dei cani soccorritori che salvano le vite dei nostri figli. “Angelo – dice Pier Paolo Cirillo, Vice Presidente di Animalisti Italiani Onlus, una delle associazioni promotrici del monumento – è diventato per noi il simbolo della battaglia contro i maltrattamenti e le uccisioni di animali in Italia: abbiamo redatto una nuova proposta di legge che prevede pene più severe per chi maltratta e uccide animali, includendo l’impossibilità di commutare l’arresto con una pena pecuniaria”. La statua realizzata da Alessandro Di Cola è stata posta nel quartiere Monteverde (largo Alessandrina Ravizza), su iniziativa delle associazioni Be Positive Factory, Animalisti Italiani e La vela d’oro e approvata da Roma Capitale-Municipio XII. Riporta nel basamento la nota frase di Mahatma Gandhi “la civiltà di un uomo si misura da come tratta gli animali”. Occorre evitare che i delitti contro gli animali “siano percepiti come fatti normali e perfino tollerabili in una società che deve affrontare tanti altri problemi”, scrive l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla in una lettera ai militanti animalisti. “Deve andare effettivamente in carcere” chi maltratta o uccide gli animali, dice la Bambilla, promettendo di battersi, in ogni sede, finchè “questo obiettivo non sarà raggiunto” e ricordando anche “Moro, il cane massacrato da due pastori che il Tribunale di Brescia ha assolto, Pilù, la cagnetta seviziata a Pescia, e tutti gli animali che si sono fiduciosamente affidati ad una mano assassina”.