AGGIORNAMENTO DEL 20 GENNAIO 2017 – ALLEVATORE RAGGIUNTO DOPO TRE GIORNI
Da tre giorni isolato dalla neve, senza luce e riscaldamento, fra le sue mucche che, al gelo, stanno morendo. Un allevatore di 25 anni è stato raggiunto in queste ore da un mezzo speciale dell’Esercito a Case Cagnano di Acquasanta Terme, provincia di Ascoli Piceno, dove era rimasto per accudire i suoi animali. ”Lui sta bene – dice il sindaco Sante Stangoni – ma gli animali muoiono, e abbiamo ancora diverse frazioni senza corrente elettrica, San Gregorio, Agore, Piandelloro”. “È durissima”.
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AGGIORNAMENTO DELLE 21.40 – IN ABRUZZO RACCOLTA LATTE IN TILT DA 4 GIORNI
Sono circa tremila le aziende agricole e le stalle sepolte dalla neve nelle aree colpite dal terremoto dove si contano casi di isolamento, nuovi crolli (nelle foto Ansa sotto), decine di mucche e pecore morte e ferite, difficoltà per garantire l’alimentazione degli animali e tonnellate di latte congelato che da giorni si è costretti a gettare. Preoccupata per la sanità animale la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, “perchè con il freddo e la neve e le stalle crollate c’è un problema che riguarda gli allevamenti”. C’è un problema anche secondo le stime Coldiretti, che riguarda tutte le aree terremotate da Arquata a Rotella, da Gualdo a Visso. Ad Aschio, frazione di Visso, è crollata una stalla nell’azienda Giovannini e Sbardellati travolgendo le pecore che vi erano sistemate mentre nelle aziende isolate, come il Pastorello di Cupi a Visso, si è costretti a gettare il latte. L’associazione stima che, a causa dell’emergenza causata prima dalla neve e poi dal sisma, ci siano solo nelle Marche 5mila pecore e 600 mucche che rischiano di morire di stenti.
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AGGIORNAMENTO DELLE 16.30 – REGIONE LAZIO DISTRIBUIRA’ MANGIME PER ANIMALI
“Sta arrivando mangime per gli animali, ci sara’ lo stoccaggio e se non ci si arrivera’ per le strade ci arriveremo con elicottero”. Lo scrive su twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in merito alla situazione dei capi di bestiame nelle zone colpite dal terremoto.
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AGGIORNAMENTO DELLE 14.30 – STALLA CROLLATA A CAMPOTOSTO (AQ), OVINI MORTI
Una stalla in cui erano ricoverate 250 pecore è crollata a Campotosto (L’Aquila) per le conseguenze che lo sciame sismico ha avuto sugli accumuli di neve sul tetto, causando la morte di gran parte degli animali. Solo poco fa i proprietari che chiedevano aiuto da due giorni sono riusciti a ottenere i soccorsi. “Capiamo il momento molto delicato e particolare con il territorio che è tutto in emergenza ma lasciarci qui da soli senza aiuti è stato davvero duro” dice il proprietario Emidio Rascelli. Da 15 giorni la sua azienda è senza acqua, con gravi disagi per gli animali che non possono bere e per l’intera attività dell’allevamento. “Ci siamo rivolti al Comune e ci hanno risposto che ci dobbiamo trasferire perché per loro siamo solo un problema”. Sul posto sono arrivati i bobcat dell’Anfas di Bergamo per liberare la strada e per portare in salvo gli animali che sono riusciti a sopravvivere.
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AGGIORNAMENTO DELLE 9.00 – ALTRI MORTI NELL’HOTEL RIGOPIANO
Ci sarebbero diversi morti nell’hotel Rigopiano investito da una slavina a Farindola, in Abruzzo. Gli uomini del soccorso alpino, con gli sci e le pelli di foca, hanno appena raggiunto l’albergo che si trova a 1200 metri slm. I mezzi di soccorso e le ambulanze sono ancora diversi chilometri più a valle, dopo una notte intera passata a riaprire la strada occupata da metri di neve.
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POST ORIGINALE
C’è una prima vittima del terremoto, e se ne temono altre. Come era facile immaginare, l’uomo di 83 anni è rimasto sepolto nel crollo della sua stalla, a Castel Castagna (Teramo): gli allevatori sono tra i pochi a essersi fermati in queste zone, costretti a stare vicino agli animali in stalle spesso rese pericolanti o inagibili dallo sciame sismico che flagella il Centro Italia dallo scorso 24 agosto. Invece, i sedici allevatori dati per dispersi ieri fra le scosse e una slavina, poi raggiunti al telefono, in serata sono stati portati in salvo da vigili del fuoco e carabinieri a Colle d’Arquata (Ascoli Piceno). Quattro stalle sono crollate sotto il peso della neve in provincia di Macerata: circa un centinaio di animali morti, 600 mucche e 5 mila pecore al freddo soltanto nelle Marche secondo una stima della Coldiretti, che accusa: ”Cinque mesi di tempo persi, chi ha sbagliato deve pagare”. E l’Enpa chiede a Gentiloni e Pinotti di schierare il Genio militare per edificare più presto possibile le stalle promesse da mesi e mai tirate su. C’è una trincea avanzata nel cratere del sisma fra Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo. E’ quella degli allevatori che non hanno potuto abbandonare il bestiame dopo i terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre, e da due giorni, prima della sequenza di scosse di magnitudo superiori a 5 registrate ieri in Abruzzo, in provincia dell’Aquila, lottavano anche con cumuli di neve alti fino a 3-4 metri. Condizioni meteorologiche proibitive, che hanno stroncato decine di capi, e ieri mattina hanno messo letteralmente a rischio la vita di alcuni agricoltori. Abbiamo raccontato la giornata di terremoto qui su 24zampe, con aggiornamenti continui. ”E’ una strage di animali – accusa la Coldiretti -, con solo il 15% delle strutture di protezione mobili completate da agosto ad oggi”, nonostante la nuova ordinanza che velocizza le procedure di acquisto dei moduli in autonomia, e le promesse. Il bilancio dei danni è destinato a salire, perché molte aziende agricole delle aree terremotate sono irraggiungibili a causa della neve. Anche dell’uomo di 83 anni, morto nel teramano sotto le macerie della sua stalla, si è saputo solo a tarda sera. Le cisterne non passano a ritirare il latte, e, come spiegava ieri ai microfoni di Radio24 il sindaco di Ussita Marco Rinaldi, ”non si riesce a portare da mangiare agli animali”. Quattro sismi di magnitudo superiore a 5 nell’arco di tre ore e i tetti carichi di neve hanno schiantato al suolo due aziende terremotate a Gualdo (Macerata), uccidendo 90 animali fra mucche e pecore. Altre due stalle sono crollate a Sarnano, un bollettino di guerra per una piccola economia montana legata soprattutto alla zootecnia. Poche le buone notizie: a Pieve Torina Attilio Rivelli (150 mucche distribuite fra la neve e una stalla di amici) potrà trasferirne una parte in un altro ricovero, con l’aiuto della Regione. Ma per la gran parte dei suoi colleghi l’attesa non è finita. Da Amatrice e Accumoli si chiede l’intervento dei soldati: ”Sono bloccato qui in casa da due giorni – racconta Gabriele, allevatore di Terracino – la strada è scomparsa sotto 2 metri di neve, sono al limite della sopportazione, mandate l’Esercito, le forze speciali”. La vice presidente della commissione Agricoltura al Senato Elena Fattori, di M5s, chiede che il ministro Maurizio Martina riferisca in aula sulla situazione degli allevatori. Già ieri, al question time alla Camera, Martina ha parlato di “situazione aggravata per le imprese agricole”. E i sindaci ripetono: se ”mollano” loro, lo spopolamento dei piccoli centri montani sarà una certezza. (nelle foto Ansa, sopra una stalla crollata e sotto i Vigili del fuoco a Castelsantangelo sul Nera, Macerata. Più sotto, altre foto di pecore e un asino nella neve nell’azienda Scolastici di Pieve Torina, Macerata, e alcuni maialini morti di freddo)