Guerra alle deiezioni canine sui marciapiedi grazie al test del dna. È l’iniziativa promossa dal Comune di Malnate, 16mila abitanti in provincia di Varese, che sta elaborando un regolamento che darà 8 mesi di tempo a tutti i proprietari per recarsi presso un veterinario: la schedatura del dna del proprio cane avverrà con un prelievo salivare. “L’abbandono delle deiezioni è un abbandono di rifiuti – ricorda oggi al Corriere l’assessore all’Ambiente Giuseppe Riggi -. La procedura prevede che l’operatore ecologico impegnato nella pulizia manuale, affiancato da un agente della Polizia locale per la notifica, effettui il campionamento della deiezione abbandonata, e la invii al laboratorio incaricato per le analisi delle informazioni genetiche. Avuto l’esito del raffronto tra il dna del campione e quelli contenuti nella banca dati, sarà possibile risalire all’animale e procedere a sanzionarne il proprietario incivile”. Critica la Lav, che giudica “inutile e ridicola” l’introduzione del test e ricorda che “i cittadini non avrebbero alcun obbligo di far prelevare il dna dei propri animali”. Anche Livorno, pochi mesi fa, ha annunciato un provvedimento analogo, sulla falsariga di quello già in funzione a Napoli. Ne abbiamo scritto qui su 24zampe. Sistemi simili sono in fase sperimentale in Spagna e in Gran Bretagna. Guardando a pro e contro, da una parte ci sono la minor probabilità che i cani si ammalino e un forte effetto deterrente su chi non raccoglie, dall’altra ci sono dubbi sui costi dell’acquisizione del dna e della gestione dei dati relativi e su come effettuare il test sulle deiezioni.
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